SPOLETO – La decisione della Presidente della Regione Umbria Donatella Tesei di prolungare lo stop degli allenamenti individuali per tutti i ragazzi minorenni che fanno parte di squadre che partecipano a campionati regionali e provinciali ha destato diverse reazioni anche da parte di tanti genitori. Tra questi c’è anche lo spoletino Paolo Martellini, Maestro di tennis, ex responsabile settore giovanile e scolastico FIGC, ma soprattutto papà e grande appassionato di sport.
“Preg.ssima Presidente, Senatrice Donatella Tesei,
mi presento sono Paolo Martellini, dipendente pubblico, laureato in scienze motorie e padre di tre figli.
Mi permetto di scriverLe questa missiva, in quanto da sempre impegnato nel mondo dello sport, come atleta e dirigente e anche con un passato lavorativo nel mondo delle Istituzioni.
Mi ritengo una persona estremamente fortunata e ho cercato di trasmettere sin da subito ai miei figli i valori sociali e sportivi, che reputo fondamentali nello sviluppo di ogni individuo.
Vorrei condividere con Lei alcune considerazioni per me fondamentali per la crescita delle nuove generazioni.
Leggendo la proroga dell’ordinanza n. 7 del 22 dicembre 2020, fino al 13 febbraio 2021, si evince che “è sospeso lo svolgimento degli allenamenti e preparazione atletica in forma individuale sia al chiuso che in spazi aperti, limitatamente agli atleti di età inferiore di 18 anni, che militano nelle società e nelle associazioni dilettantistiche ed amatoriali degli sport di squadra e di contatto”.
Mi appello alla Sua sensibilità, in quanto non credo sia giusto tenere fermi ragazzi dai 6 ai 18 anni, che praticano alcuni tipi di sport di squadra, che, non avendo ancora, dopo mesi, l’opportunità di allenarsi, ovviamente senza uso di spogliatoi e attrezzi tecnici, non hanno più nemmeno la possibilità di socializzare con i loro coetanei. A molti di questi giovani, che vanno dai 14 ai 18 anni, è venuta meno anche la scuola, sostituita dalla DAD, riducendo così la loro vita sociale all’interno delle mura domestiche e soprattutto aumentando le ore davanti ai cellulari e ai computer. Inoltre, il pomeriggio, che potrebbe essere un momento di “sfogo”, svolgendo attività fisica all’aperto, ribadisco, senza uso di attrezzi e spogliatoi, diventa, invece, ancora più rischioso, perché questi giovani si incontrano per le vie della città, aggregandosi e spesso togliendosi la mascherina o ancora peggio passandosi di mano in mano, la bibita o la sigaretta e quindi non riducendo i contagi. Credo, che sotto l’occhio vigile di un adulto sarebbe più opportuno fargli fare della sana attività fisica che rigenera la mente e il corpo.
Non riesco a comprendere, come mai, intorno ad un tema così rilevante, ci sia stato e c’è tutt’ora, un silenzio assordante da parte delle Istituzioni sportive.
Vede Onorevole Presidente, per debellare questo “maledetto” virus è necessario che ognuno di noi rinunci a qualcosa, ma non trovo giusto che siano penalizzate solo alcune categorie e soprattutto i giovani.
Da uomo di sport, da padre in particolare, mi sento in dovere di sensibilizzare il più possibile tutte le Istituzioni a qualsiasi livello.
La ringrazio anticipatamente, per l’attenzione che vorrà rivolgermi.
Sono certo di trovare in Lei, una persona che ha a cuore le sorti di tutti i giovani della comunità umbra”.