FOLIGNO – E’ stata festa grande a Foligno per il ritorno della Tirreno-Adriatico a quattro anni dall’ultima volta di questa corsa in città. La tappa vinta da Philipsen in volata in via Nazario Sauro è stata accolta da tantissimi folignati e appassionati arrivati da tutta l’Umbria per assistere alla carovana partita in mattinata da Follonica e osservare da vicino le gesta dei propri beniamini.
L’emozione è stata tanta per Foligno che, dopo il tripudio del Giro d’Italia del maggio 2021 con cui si era celebrato un primo ritorno alla normalità dopo il Covid, ieri ha vissuto appieno un altro pomeriggio di sport ai massimi livelli.
L’attesa era spasmodica e, nonostante qualche disagio dovuto ai divieti e ai limiti alla circolazioni imposti fin dalle prime ore del mattino in alcune zone, quando il gruppo è arrivato intorno alle 16:05 è stato accolto da cori e applausi gioiosi delle centinaia di persone presenti in tutte le aree interessate dal percorso.
Nuvole e vento non hanno fermato il desiderio di grandi e piccoli di assistere allo spettacolo emozionante che solo il ciclismo riesce a regalare, confermando ormai una tradizione solida e consolidata che lega la città della Quintana alle due ruote. Basti pensare che l’11 marzo 1966 la prima tappa della prima Tirreno-Adriatico partì da Roma per arrivare proprio a Foligno.
Il momento delle premiazioni del vincitore di Philipsen e delle altre maglie (azzurra a Ganna, ciclamino a Philipsen, verde a Bais) sul palco installato, come di consueto, nei pressi di Porta Todi è stato vissuto con partecipazione ed emozione dal pubblico.
Il tutto è stato impreziosito dall’iniziativa organizzata dall’UC Foligno in Piazza San Domenico per i propri ragazzi e dalla presenza dei ciclostorici de La Francescana e dei Grifoni di Perugia.
“Quel che abbiamo vissuto oggi rappresenta la continuazione di un progetto e di un legame forte e indissolubile con il mondo dello sport e in particolare del ciclismo che ha nelle associazioni folignati e nei loro vivai dei campioni di prima qualità – sono le parole del sindaco Stefano Zuccarini – Capisco che c’è stato qualche disagio, ma credo che poi tutti abbiano apprezzato il risultato dei sacrifici fatti. C’erano poi 200 paesi collegati in mondovisione che hanno visto e conosciuto Foligno, portando un’onda positiva per la città. Vogliamo continuare così e ci auguriamo che questa Tirreno-Adriatico così tecnica e impegnativa possa essere il giusto preludio per l’approdo di una tappa del Giro d’Italia. Ci stiamo lavorando, non sarà facile, ma speriamo di coronare questo sogno”
Un plauso è arrivato anche dall’assessore allo sport Decio Barili: “Anche oggi, come due anni fa, abbiamo messo il giusto senso di responsabilità per consolidare uno sviluppo sportivo, culturale, turistico e di comunità e valorizzare Foligno – ha dichiarato a caldo – Siamo contenti per la città perchè è stata una festa. Quale migliore occasione, poi, per celebrare una tradizione a cui l’amministrazione tiene particolarmente. La storia insegna e questo arrivo della Due Mari non è un caso perché Foligno tenne a battesimo questa corsa nata in Italia per fare da contraltare alla Parigi-Nizza. L’11 marzo 1966 questa corsa nasce e il primo arrivo fu proprio qui. Il ritorno del Giro? Se l’ha detto il sindaco ci dobbiamo credere…”
Al termine della terza tappa della Tirreno-Adriatico Zuccarini ha ricevuto nella sala consiliare i dirigenti di Rcs Sport, Mauro Vegni, responsabile dell’area tecnico sportiva del Giro d’Italia e delle altre classiche, e il direttore corsa, Stefano Allocchio. Erano presenti, gli assessori Michela Giuliani e Decio Barili, il presidente dell’Ente Giostra della Quintana, Domenico Metelli, il colonnello Davide Luigi Valente e il tenente colonnello Mauro Mercuri. Nel corso dell’incontro è stata ricordata, tra l’altro, l’importanza per Foligno di gare di ciclismo di rilievo nazionale.
Curiosità: il campione Philipsen, prima di ripartire dal parcheggio del Plateatico, si è concesso a bambini e appassionati per qualche autografo e dei selfie (foto sotto), facendo trasparire un po’ di timidezza, quasi come se non fosse abituato alla grande ribalta. I grandi campioni si vedono anche da questi piccoli, grandi gesti.
Gabriele Grimaldi