ROMA – Un (Una) giovane pallavolista di 13 anni si allena con i compagni di squadra all’interno di una palestra scolastica, un coetaneo calciatore non si allena ed è in attesa di chiarimenti, un giovane giocatore di pallacanestro è a casa perché la Fip per precauzione ha fermato tutte le attività regionali, mentre un giovane tennista, sempre di 13 anni, si allena dentro al pallone perché in possesso di tessera agonistica e quindi è considerato atleta di interesse nazionale. Il fondo però si tocca con i giovani nuotatori di interesse nazionale, che pur potendo continuare gli allenamenti non dispongono di impianti, perché con la chiusura delle piscine i gestori non possono garantire il servizio solo per gli allenamenti di pochi atleti.
Questi sono i fatti ed i risultati di un DPCM, che più che dare disposizioni ha creato solo una grande confusione e evidenti disparità tra gli atleti, soprattutto tra i più giovani, ma anche tra i diversi territori nazionali. Il tutto nasce da un testo iniziale poco chiaro.
Nella DPCM del 24 ottobre si legge:
Articolo 1, comma 9 lett. e) – Sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive degli sport individuali e di squadra, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato. Restano consentiti soltanto gli eventi e le competizioni sportive, riconosciuti di interesse nazionale, nei settori professionistici e dilettantistici, dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI)…
Le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, degli sport individuali e di squadra partecipanti alle competizioni di cui alla presente lettera sono consentite a porte chiuse, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive federazioni…
Il DPCM alla lettera “e” non fa distinzione tra sport di squadra e sport individuali e non distingue tra sport al chiuso e sport all’aperto. Ma cosa succede in pratica? La chiave di interpretazione del decreto da parte delle federazioni ruota intorno alla parole “riconosciuti di interesse nazionale”, che causa malintesi e differenza tra le varie discipline sportive. Forse era meglio distinguere utilizzando la dicitura “eventi e campionati non indetti dai comitati federali regionali o provinciali.”
In pratica:
CALCIO (sport di squadra all’aperto)
I campionati di A, B, C maschili (Professionisti) A A2 e B femminile sono già iniziati e proseguono. Di interesse nazionale anche i campionati di D maschile e C femminile che continuano regolarmente. Stessa cosa per i campionato giovanili nazionali che come previsto dal DPCM non si fermano. Tutte le squadre, che partecipano a questi campionati possono proseguire gli allenamenti di squadra. Stop invece per tutti i campionati (e di conseguenza gli allenamenti di squadra) per tutti i campionati indetti dai comitati regionali sia di serie sia giovanili che però secondo il Governo possono sostenere gli allenamenti individuali.
PALLAVOLO (sport di squadra al chiuso)
I campionati di serie A maschile e femminile sono iniziati, mentre l’inizio dei campionati di B è stato posticipato. Secondo la Fipav però sono di interesse nazionale anche il campionato di serie C (indetto dai comitati regionali e non prevede una fase finale nazionale) ed i campionati giovanili U13, U15, U17 e U19 indetti dai comitati regionali ma con fase interregionale e nazionale. Come previsto dal DPCM le squadre di questi campionati si allenano regolarmente al chiuso.
PALLACANESTO (sport di squadra al chiuso)
Ad oggi è iniziato solo il campionato di A1 maschile, ma naturalmente possono proseguire anche gli allenamenti delle squadre che partecipano ai campionati nazionali e interregionali. I campionati giovanili sono di competenza dei comitati regionali e la Fip ha preferito fermarsi in attesa di chiarimenti:
Il presidente della Federazione Italiana Pallacanestro Giovanni Petrucci si associa a quanto espresso in data odierna dai Presidenti dei Comitati Regionali FIP condividendone pienamente il messaggio, qui di seguito riportato:
I Presidenti regionali della FIP, considerata la situazione di continuo incremento dei positivi al Covid-19, nel principale interesse di tutelare la salute dei propri tesserati, ritengono che il DPCM del 24 ottobre 2020 che sospende lo svolgimento degli sport di contatto e l’attività sportiva dilettantistica di base può essere interpretato solo in forma restrittiva come sospensione di tutta l’attività regionale fino al 24 novembre 2020 con esclusione degli allenamenti in forma individuale e all’aperto.
TENNIS (sport individuale al chiuso)
La stagione agonistica è agli sgoccioli. Tutti i tornei Fit anche quelli giovanili sono di interesse nazionale come i campionati di A e B. La Fit quindi autorizza ad allenarsi al chiuso tutti coloro che sono in possesso di una regolare tessera agonistica. La Fit quindi sospende solo i campionati indetti dai comitati regionali come la C e la D a squadre che però sono già terminati in tutte le regioni.
NOUTO
Al comma 9 lett. f) si legge: Sono sospese le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere… poi però nelle FAQ la domanda
- Gli allenamenti e le gare di atleti agonisti in piscina, pallanuoto compresa, possono continuare?
La lettera e) dell’art. 1, comma 9 del DPCM specifica che le sessioni di allenamento e le competizioni degli atleti, professionisti e non professionisti, degli sport individuali e di squadra partecipanti alle competizioni di interesse nazionale, nei settori professionistici e dilettantistici, dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI).
I gestori delle piscine non possono garatire l’apertura degli impianti per consentire gli allenamenti di pochi atleti e alla fine il risultato è che i ragazzi di interesse nazionale che potrebbero allenarsi, tranne in pochissimi casi sono fermi.
ALLENAMENTI INDIVIDUALI PER SCUOLE CALCIO E SETTORI GIOVANILI REGIONALI SI O NO?
Le maggiori contraddizioni arrivano dopo la pubblicazione delle FAQ Dipartimento per lo sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed in particolare dalle domande 9 e 10.
Nel DPCM 1 comma 9 lett. g) si legge: “Sono sospese l’attività sportiva dilettantistica di base, le scuole e l’attività formativa di avviamento relative agli sport di contatto”, ma le FAQ poi chiariscono:
- Sport di squadra e di contatto: gli allenamenti nei centri sportivi (che restano aperti) possono essere svolti in forma individuale? Se no, i singoli atleti possono allenarsi nei centri da soli? E in contemporanea con gli altri?
Le attività motorie e di sport di base possono essere svolte presso centri sportivi e circoli all’aperto, fermo restando il rispetto del distanziamento sociale e senza alcun assembramento. Pertanto, sarà possibile solo svolgere allenamenti e attività sportiva di base a livello individuale, previsti dal decreto del ministro dello sport del 14 ottobre 2020 che individua gli sport da contatto. Gli allenamenti per sport di squadra, parimenti, potranno svolgersi in forma individuale, previo rispetto del distanziamento.
- È possibile continuare le attività delle scuole calcio o altri sport di squadra?
L’attività delle scuole calcio deve essere sospesa, tuttavia, come specificato nella FAQ n. 9, fermo restando il distanziamento ed il divieto di assembramento, è possibile svolgere allenamenti a livello individuale in centri sportivi, circoli e altri luoghi all’aperto. Non è quindi possibile fare partite di allenamento o altre attività che prevedono o possono dar luogo a contatto interpersonale ravvicinato, ma è possibile l’allenamento individuale come attività motoria.
Mercoledì però intervienne il Ministero degli Interni che pubblica la segente nota:
“Per quanto riguarda gli sport di contatto individuali e di squadra vengono sospese non solo le gare e le competizioni ludico-amatoriali, confermando quanto già disponeva il precedente Dpcm, ma altresì tutte le altre attività connesse praticate a livello dilettantistico di base, le scuole e l’attività formativa di avviamento; sicché sono ricomprese nella generale sospensione anche le attività di allenamento svolte in forma individuale”.
È inutile dire che c’è sicuramente bisogno di fare chiarezza e rivedere qualcosa al più presto. È chiaro invece che in questo periodo di assoluta emergenza sono emerse tutte le pecche di un sistema sportivo nazionale che fa acqua ovunque e che andrebbe rifondato puntando innanzitutto sul netto abbattimento dei costi di gestione delle federazioni per privilegiare la pratica e la diffusione dello sport tra i giovani (nella foto il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ed il Presidente del Coni Giovanni Malagò).