SPOLETO – Riceviamo e pubblichiamo integralmente un comunicato stampa dei consiglieri comunali di Alleanza Civica Gianmarco Profili ed Alessandra Dottarelli che intervengono sul progetto di ricostruzione del palazzetto vecchio di viale Martiti della Resistenza.

“Abbiamo sempre nutrito dubbi sul progetto di demolizione e ricostruzione del vecchio palazzetto dello sport.

I dubbi nascono dall’eccessiva quantità di risorse spese e comunque messe in campo per realizzare una struttura nuova con una capienza limitata di 390 posti.

La nostra città aveva, ha e di questo passo continuerà sempre ad avere bisogno di una struttura che, invece, di posti ne accolga almeno 1500, un numero indispensabile per riuscire ad ospitare manifestazioni sportive in grado di attirare il relativo incoming turistico.

Ricordiamo che il palazzetto è chiuso da luglio, cioè da quando è stato parzialmente tolto il tetto per eliminare l’amianto incapsulato, privando del suo utilizzo varie società sportive chissà ancora per quanto tempo.

Siamo contrari al progetto perché riteniamo sbagliato spendere circa 6.5 milioni di euro per ritrovarci una struttura che in ogni caso non risolverà la carenza cronica di un Palazzetto dello Sport.

I soldi provengono in gran parte da risorse del PNRR, è vero, ma circa due milioni sono finanziati con un mutuo a carico del Comune. Abbiamo sollevato i nostri dubbi durante la discussione della pratica in Consiglio comunale, rilevando come, tra le varie criticità del progetto, ci sia anche quella dei tempi di realizzazione, che sarebbero a quanto dichiarato di circa un anno e mezzo.

I fondi del PNRR, infatti, vanno spesi e rendicontati entro il 2026, ma a questo proposito ci era stato detto che i tempi, anche se stretti, sarebbero stati sufficienti e che i lavori avrebbero avuto inizio entro il mese di novembre. A oggi, però, non possiamo che constatare che i lavori non sono cominciati e che questi hanno già accumulato un ritardo di almeno 45 giorni rispetto a quanto raccontato in Consiglio comunale.

La nostra preoccupazione nasce dal fatto che, se la scadenza del 2026 non venisse rispettata, si perderebbe anche il finanziamento del PNRR e quindi l’intervento diventerebbe a totale carico delle casse comunali. Questo scenario decisamente ci spaventa.

Perché questo ritardo nell’inizio dei lavori pur avendo tempi strettissimi?

Non vorremmo che al palazzo comunalesi confidi in una proroga della scadenza da parte dell’Europa, perché un eventuale atteggiamento di questo tipo equivarrebbe a commettere una grossa imprudenza e a giocare d’azzardo mettendo sul piatto il futuro della città intera”.











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