FOLIGNO (di Gabriele Grimaldi) – “Mi ero fatto male il 4 settembre durante una partitella del sabato. Ora sono finalmente tornato“. A parlare a Valleumbrasport è Tommaso Piancatelli, giovane e talentuoso attaccante del Foligno Calcio, che da una settimana ha ricominciato ad allenarsi coi compagni agli ordini di Monaco dopo la rottura del crociato. E che non vede l’ora di fare il suo secondo esordio con la maglia dei falchi per contribuire al raggiungimento della salvezza.
Come stai Tommaso?
Io sto bene, mi sento bene fisicamente e con la gamba. Questo è un periodo di riambientamento, sto attendo a fare le cose e non vado alla massima potenza, ma è normale. Ho iniziato la settimana scorsa e ho fatto tutto, ma resto cauto e attento.
Che emozione è stata ritornare al campo ad allenarsi?
La settimana prossima è il sesto mese dall’infortunio…quindi per me è stata forte l’emozione. Per uno come me appassionato di sport e nello specifico di calcio, stare lontano tutti questi mesi dal campo senza correre e vedendo i miei compagni giocare senza poter dare una mano è stata dura. L’importante è che ora sono tornato con loro.
Quale è stato il momento più duro da affrontare in questi mesi?
Sono sincero, avevo capito subito che si trattava di qualcosa di grave. Non ho avuto tanto dolore, ma ho fatto caso al rumore come un bastoncino che si rompe. E mi sono detto “ecco qua, mi sono rotto il crociato”. Tolta la prima settimana e i giorni prima dell’operazione, aveva un po’ d’ansia nel cercare di fare tutto il prima possibile. Il momento più duro è stato però il mese dopo, è stato un periodo brutto. Sono andato a Bologna a fare fisioterapia dove mi ha aiutato la mia famiglia che è stata importantissima. Però sentivo il dolore e dormivo poco. Poi, quando ho tolto le stampelle, è stato tutto un andare in discesa soprattutto a livello mentale. Questo è fondamentale quando capitano questi infortuni.
Quanto è stato impegnativo il lavoro di recupero?
La riabilitazione è stata tosta. L’ho fatta per 5 mesi e mezzo, iniziando subito dopo l’operazione. Gran parte della rieducazione l’ho fatta a Bologna, il resto a Foligno. Lavoravo dal lunedì al venerdì, a volte anche il sabato mattina e pomeriggio. E’ stata una riabilitazione impegnativa, ma mi ha aiutato per tornare così.
Immagino poi la smania che avevi nel guardare i tuoi compagni che a inizio stagione faticavano un po’ a prendere il via con i risultati…
Non vedo l’ora di poter tornare e dare una mano in questo rush finale. Questa è stata la forza che mi ha spinto di più in questi mesi per tornare il prima possibile.
Dopo la sosta potresti rientrare tra i convocati di Monaco?
La settimana prossima sarebbe il sesto mese dall’infortunio. Quindi questi giorni farò anche allenamenti completi ma tranquilli. Poi, arrivati a questo momento, è una cosa abbastanza soggettiva. Io spero di poter ritornare per aprile.
Come ti sono stati vicini la squadra e i mister?
Sia Marmorini, che non ho conosciuto appieno, che Monaco che avevo conosciuto a inizio stagione mi sono stati molto vicini. La squadra, seppur tutti i cambiamenti che ci sono stati, ogni volta che andavo a vederli è state sempre molto cordiale con me. Ho ricevuto grande supporto.
Da fuori e parzialmente da dentro, che idea ti sei fatto del Foligno Calcio?
Siamo una squadra unita e compatta. Dopo la sconfitta col Tiferno – che ci può stare – ho visto il gruppo sereno. Siamo tutti fiduciosi di poter raggiungere l’obiettivo finale che è la salvezza. Anche io sono molto tranquillo in questo senso.
Tu dove potresti giocare nel 4-2-3-1 disegnato nelle ultime settimane da Monaco?
Il posto lo decide il mister… io sono un trequartista che in questo caso andrebbe a giocare da esterno. Ora ci sono Orlandi e Valentini che stanno facendo benissimo. Io devo tornare al massimo per poter dare una mano.
Come ti sembra, invece, il livello del campionato rispetto agli anni scorsi?
Il livello del girone mi sembra sempre lo stesso. All’inizio c’era la preoccupazione Arezzo come lo scorso anno c’era la preoccupazione del Siena, poi però i pronostici sono ribaltati, il bello è anche questo. Da quel che ho potuto seguire io da tifoso, mi sembra che la classifica sia sempre corta. Se vinci due partite sei a metà classifica vicino ai playoff, se ne perdi due torni in zona playout. Questo è sempre il canovaccio della Serie D.
Ti faccio una domanda “cattiva”: secondo te perché il Foligno non riesce a vincere al Blasone?
E’ una domanda cattiva…io le partite che ho visto le ho viste al Blasone. Credo che non c’è una spiegazione vera o falsa. Può darsi che fuori trovi un altro campo mentre in casa ho notato che non è il massimo, il pallone rimbalza male. Ci sono tanti fattori, ma non credo sia una cosa di cui preoccuparsi.
Vuoi lanciare un messaggio ai tifosi?
Gli dico di stare tranquilli perché la squadra è ottima e arriverà la salvezza. Ci sono state tante cose di mezzo, ma noi siamo molto uniti. Da folignate c’è sempre tanta voglia di fare bene, come anche da chi viene da fuori.