FOLIGNO (di Gabriele Grimaldi) – La stagione del Foligno Calcio si è chiusa nel peggiore dei modi possibili. La vittoria del Rieti nella finale playout (nela foto gli irriducibili presenti anche a Rieti) ha condannato i falchi alla retroessione in Eccellenza dopo 3 anni. Alla squadra di Tizzoni non è bastato un ben finale di campionato per evitare il peggio arrivato al culmine di un’annata storta praticamente dall’inizio alla fine, caratterizzata da una moltitudine di difficoltà per Settimi e soci.
Dopo 1123 giorni i falchi tornano nella “Serie A” umbra. Era il 25 aprile 2019 quando il Foligno Calcio di Armillei festeggiava l’aritmetica promozione in Serie D dopo il pareggio a reti bianche col San Sisto in quel di Gualdo Tadino. Da lì, la prima stagione in D chiusa anticipatamente per Covid dopo la sconfitta interna col Cannara, nel marzo 2020. Quello stop, per forza di cose, ha segnato una svolta anche nella storia dei falchi. La stagione successiva, fino a dicembre 2020, per il Foligno è stata secondo le aspettative, pur con tutte le difficoltà del caso dovute alla pandemia.
Da gennaio 2021 è iniziata una vera e propria discesa che, in qualche modo, ha portato i falchi a vivere tutta una lunga serie di vicissitudini che sono terminate con l’esito più amaro. Il Foligno Calcio, infatti, ha iniziato a faticare a trovare i risultati e a marzo 2021 è arrivato, a sorpresa, il primo cambio societario con il presidente Tofi che lascia la maggioranza e il ruolo di presidente a Izzo. Da lì, la decisione del diesse Cuccagna di rassegnare le dimissioni e, poco dopo, l’esonero di Armillei e l’approdo di Vicarelli in panchina.
La situazione, però, è complicata e c’è un nuovo cambio al vertice con Fiorucci che prende il posto di Izzo insieme a D’Angelo e Petritola, mentre in panchina va Murgia per le ultime due partite. In mezzo, tanti giocatori che vanno e vengono. Il Foligno, che per metà stagione non gioca al Blasone ma al Palmieri di Bevagna per i lavori di riqualificazione della pista di atletica, si salva al fotofinish sfruttando il fatto che nella passata stagione non c’erano i playout. In estate Fiorucci se ne va ed entra la famiglia Colavita a prendere il comando delle operazioni.
La squadra viene totalmente rivoluzionata, vengono introdotti vari elementi e figure in società e vengono presi prima Belli e poi Peluso come basi su cui costruire una squadra infarcita di giovani. In panchina, dopo alcune settimane di incertezza e un ritiro estivo partito tra molte ombre, arriva l’esperto Monaco. Le cose, però, non vanno per il verso giusto e in 8 partite i falchi racimolano appena 8 punti (1 vittoria, 2 pareggi, 5 sconfitte). Al posto di Monaco arriva Marmorini, ma la sua esperienza, seppur positiva, si chiude dopo altre 8 giornate (11 punti, 3 vittorie – tra cui la prima stagionale al Blasone contro la Pro Livorno – 2 pareggi, 3 sconfitte) a gennaio 2022, prima della ripresa del campionato dopo lo stop causato dal Covid.
La squadra cambia pelle, vanno via Belli e Peluso e arrivano Ciganda e Orlandi. Lo stesso dicasi della società, con l’uscita di scena di D’Angelo e Petritola. Sulla panchina torna quindi Monaco che guida i falchi per 11 partite senza perà riuscire a dare una svolta. Anzi. I falchi portano a casa appena 11 punti (3 vittorie, 2 pareggi, 6 sconfitte) e, settimana dopo settimana, gli infortuni iniziano a flagellare pesantemente la rosa. Il valzer della panchina continua con la chiamata a sorpresa di Cirone (per il tempo di un paio di allenamenti) e poi di nuovo Marmorini.
La sua seconda esperienza dura però solo 2 partite (1 pareggio e una sconfitta), perché poi decide di andarsene. E’ quindi Tizzoni, fino a quel momento vice allenatore di Monaco e Marmorini, ad assumersi l’incarico di provare a guidare il Foligno al “miracolo” salvezza nelle ultime 5 partite di stagione. La squadra ritrova un po’ di brio, ma la fortuna non l’assiste e oltre agli infortuni a ripetizione, vari episodi arbitrali complicano la situazione, tra cui il clamoroso gol del possibile 4-2 annullato a Bevilacqua contro il Lornano Badesse.
Il Foligno batte l’Unipomezia al Blasone (seconda vittoria casalinga di stagione) nell’ultima di campionato e condanna i laziali, alla retrocessione diretta in Eccellenza, chiudendo al quartultimo posto con 35 punti come il Rieti, ma con gli scontri diretti a sfavore (sconfitta e pareggio). La finale playout di ieri, proprio contro la formazione laziale, è storia nota con il secco 2-0 Coulibaly e Attili. Il Foligno Calcio, così, retrocede tra le lacrime dei giocatori in campo e la disperazione mista a rabbia dei tifosi che, tra mille difficoltà, non hanno mai smesso di far sentire il loro sostegno ai giocatori.
Tutti i numeri della stagione
Andando ad analizzare la stagione appena chiusa, i numeri parlano chiaro e raccontano di un Foligno Calcio che ha faticato tremendamente sotto ogni punti di vista. In casa i biancoazzurri hanno ottenuto appena 2 vittorie in 17 partite, a fronte di 6 pareggi e ben 9 sconfitte (21 gol fatti e 35 subiti). In trasferta i falchi hanno costruito la maggior parte della loro “fortuna” conquistando 7 vittorie e 2 pareggi, a fronte di 8 sconfitte (25 gol fatti, 30 gol subiti).
Nell’arco dell 35 partite di campionato (coppa esclusa), il Foligno ha dato raramente l’impressione di essere una squadra capace di poter dire la sua sia per motivi tecnico-tattici che per altre questioni. All’inizio i falchi hanno pagato il poco equilibrio tra i reparti e la mancanza di un centravanti forte, poi l’arrivo di Ciganda ha sistemato un po’ le cose, ma le continue disattenzioni in difesa (specialmente sulle palle inattive), gli infortuni e la poca esperienza di una rosa con tantissimi giovani e under alle loro prime esperienze nella categoria hanno influito e non poco sulla retrocessione.
Tantissimi sono stati i passi falsi inspiegabili e le occasioni fallite (su tutte la clamorosa sconfitta in casa della Pro Livorno ultima), pochissimi gli squilli degni di nota (vittorie fuori casa con Tiferno, Scandicci, Flaminia, Cascina e Sangiovannese). Comunque sia, nulla si può rimproverare a tutti i giocatori che hanno vestito la maglia biancoazzurra in questa annata e che, tra tutte le complicazioni, hanno profuso il massimo impegno possibile per il bene della squadra stessa e dei tifosi. Il futuro, a questo punto, è un punto interrogativo.