FOLIGNO – La coincidenza tra i Rally “Città di Foligno” e la festa della donna ha provocato una dura reazione da parte di “Donne Arci Subasio Foligno”, che sul profilo facebook hanno pubblicato in messaggo di totale dissenso verso l’evento sostenuto dall’amministrazione Comunale che riportiamo integralmente.

8 Marzo 2025
63.440 €, questi i soldi impegnati dall’amministrazione del Comune di Foligno per sostenere l’evento dedicato alle corse rally che ha occupato, guarda caso,  proprio l’otto marzo piazza della Repubblica.

La nostra agorà, che noi  donne del Coordinamento Arci Subasio  abbiamo scelto come punto di incontro e di partenza per la fiaccolata dedicata alla sicurezza nella nostra città. Un modo per riprenderci, a piedi, gli spazi pubblici che devono essere di tutti i cittadini e le cittadine.  Invece, non solo abbiamo dovuto condividere la piazza con questo evento decisamente non-sostenibile da un punto di vista ambientale e simbolicamente orientato ad una visione maschile del potere, abbiamo anche scoperto che è stato lautamente supportato  dalla nostra amministrazione. 

Ci dispiace dirlo ma questa  non è la nostra idea di città,  tantomeno di valorizzazione del centro storico.

Eventi simili non rispettano la storicità e l’importanza di certe date ma impongono, con tanto di rombo di motori, un modello maschile di progresso ormai obsoleto e fuori tempo, con uno spreco di risorse pubbliche che impoverisce la comunità tutta.

A rispondere nel primo pomeriggio è stato il Sindaco di Foligno Stefano Zuccarini con una nota diffusa alla stampa, ma non solo lui perché sul post di Donne Arci Foligno è arrivata anche la durissima replica diretta della pilota folignate Chiara Galli (foto) che ugualmente riportiamo per intero.

“Salve, sono Galli Chiara, donna, pilota di rally e sono di Foligno.

Credo che non essendo all’interno del mondo dei rally sia sbagliato dire certe cose, perché vi posso assicurare che all’interno di questa realtà noi donne siamo supportate e viste con molto rispetto dal mondo maschile; quindi, se volete fare il vostro show, trovate altre argomentazioni.

Con questa vostra “cattiveria” che ha coperto i vostri occhi non siete state capaci di vedere lo stupore e la felicità dei bambini nel vedere questo mondo, che ad oggi in Umbria non è presente purtroppo; Bambini che sono stati accompagnati dai loro papà, e soprattutto dalle loro mamme, donne come noi.

Non risponderò a nessun commento che seguirà questo mio post”.

Ora dire che una gara di Rally è “simbolicamente orientata ad una visione maschile del potere” è come dire che una gara di ginnastica ritmica sia finalizzata a diffondere una cultura tutta al femminile. Lo sport non ha sesso e la dimostrazione è che ad una gara di rally può partecipare anche una donna. Su questo fronte della parità di genere non condividiamo assolutamente le critiche mosse da “Donne Arci Subasio”.

Ben differente è invece il tema della sostenibilità ambientale e del lauto contributo erogato dal Comune superiore a 63mila euro.

È evidente che una gara di Rally non si può definire un “evento green” ed è altrettanto evidente che questo genere di eventi non dovrebbero rientrare assolutamente tra quelli sostenuti dalla Regione dell’Umbria, che proprio grazie alla giunta Tesei ed in particolare all’assessore al turismo Paolo Agabiti ha rispolverato il vecchio slogan “Umbria Cuore vede d’Italia”, puntando proprio su un turismo green. Questo però non significa che il Comune di Foligno non possa intraprendere una strada autonoma nel settore della promozione turistica.

Il sindaco Zuccarini giustifica il contributo del Comune spiegando che “l’evento ha portato a Foligno ben 70 equipaggi di dieci nazionalità diverse, con presenze nel settore dell’accoglienza di circa duemila persone per quattro giorni, tra partecipanti, organizzatori e staff tecnici al seguito, generando ricadute sul settore di ricezione e ristorazione ben più rilevanti. Un successo confermato, a mezzo stampa, dallo stesso presidente territoriale di Federalberghi, che ha elogiato l’evento. Per non parlare del ritorno a livello promozionale, con troupe televisive e social che hanno ripreso e rilanciato le bellezze storico artistiche e paesaggistiche del territorio”.

Al’infuori dei 70 equipaggi, ovvero 140 persone tra pilota e navigatore, tutti gli altri numeri non sono assolutamente verificabili e non sono certificati in nessun modo. Quanto è costato l’intero evento? In quale percentuale ha contribuito il Comune?

Al fine di misurare l’effettiva ricaduta economica degli investimenti pubblici in eventi sportivi i comuni si dovrebbero dotare di un apposito regolamento. Uno dei principi fondamentali in un ottica di collaborazione tra pubblico e privato, potrebbe essere che il contributo pubblico non dovrevve superare il 33% dell’intero costo dell’evento e che l’erogazione del denaro pubblico avvenga solo dopo la certificazione dell’avvenuto pagamento del restante 64% delle spese sostenute per l’organizzazione.

Impossibile invece misurare gli effetti mediatici se non considerando l’importanza delle testate che hanno recensito l’evento e l’eventuale numero di servizi. Anche in questo caso sarebbe comunque una valutazione aleatoria.