PERUGIA – Non c’è pace al CRU della FIGC. Proprio ieri mattina è arrivato ancora un fulmine a ciel sereno sul comitato regionale della Federazione Italiana Gioco Calcio.

La sezione disciplinare del Tribunale Federale Nazionale, presieduta dal Presidente Carlo Sica, ha disposto (Decisione/0136/TFNSD-2021-2022) nei confronti dell’ex vice Presidente Vicario del Comitato Regionale Umbria Giampiero Micciani l’applicazione della sanzione di mesi due di inibizione, accogliendo la proposta di deferimento del Procuratore Generale, che riguarda una vicenda piuttosto recente. Minciani ha praticamente ammesso le proprie responsabilità e attraverso i propri legali Matteo Sinibaldi ed Eleonora Corsi ha presentato una proposta d’accordo, accolta dal Tribunale.

La richiesta di deferimento della Procura Federale però non riguarda solo Minciani, ma anche Giuseppe Palmerini, all’epoca dei fatti, Dirigente Onorario della Lega Nazionale Dilettanti per cui il tribunale procede con il rito ordinario.

Ma qual è l’accusa nei confronti dei due dirigenti federali?
Entrambi secondo la Procura Federale hanno violato l’’art. 4, comma 1, del Codice di Giustizia Sportiva in relazione all’art. 10, comma 2, delle NOIF, ovvero dei principi di lealtà, correttezza e probità.

Palmerini in concorso con Minciani avrebbe “ideato un piano finalizzato ad ottenere le dimissioni di cinque consiglieri allo scopo di far decadere il Comitato Regionale Umbria LND, azzerandone i vertici, fissando un incontro con lo stesso Micciani e con i consiglieri Salvatore Avola, Carlo Emili, Marco Giovagnola e Simone Ortenzi, presso la sede della propria società – la Palmerini Group – per sottoscrivere, in quella sede, delle lettere di dimissioni irrevocabili con effetto immediato, da lui stesso precompilate, minacciandoli, altresì, che in caso di ritardata o mancata sottoscrizione ne sarebbero derivate gravi conseguenze con la Procura Federale”.

I fatti contestati sono piuttosto recenti perché, sempre secondo la Procura Federale, l’incontro finalizzato al tentativo di golpe sarebbe avvenuto il giorno 5 ottobre
2021 alle 18:00.

Come sono venuti alla luce i fatti e chi ha fatto scattare le indagini?
Qualcuno ha vuotato il sacco raccontando la vicenda nel dettaglio tanto che la Procura oltre ad indicare luogo e data precisa dell’incontro parla anche di “lettere di dimissioni irrevocabili con effetto immediato già precompilate”, che presumibilmente potrebbero essere agli atti. È chiaro che l’esposto è partito dagli ambienti del CRU.

Ma perché il tentativo di golpe?
Difficile dare una risposta, ma è certo che dietro all’operazione c’erano obiettivi ben precisi. Nel mirino dei due dirigenti federali c’era il Presidente del CRU Luigi Repace? Non è dato saperlo, ma è certo che dopo poco tempo dalla data di convocazione dell’incontro per firmare le dimissioni il Presidente si è candidato per l’elezione del Vice Presidente Vicario della Lega Nazionale Dilettanti. Una candidatura amara quella di Repace che a marzo è stato sconfitto 50 a 34 da Christian Mossino, Presidente del CR Piemonte e Val d’Aosta.

Lo stesso Luigi Repace intervistato dal Corriere dell’Umbria dice: “Con estremo dispiacere prendo atto di quanto avvenuto, fatti che mai avrei nemmeno immaginato potessero accadere. Ciò che mi rincuora è che nessun altro abbia preso parte a questo illegittimo tentativo di azzerare i vertici del Comitato regionale Umbria, che, ricordo, è un organismo a totale servizio del movimento calcistico dilettantistico regionale e delle sue società, che, oggi più che mai, hanno bisogno e meritano, per i grandi sforzi compiuti negli ultimi due anni, di una governance compatta e coesa. Ho sempre agito nel rispetto dei principi di lealtà e correttezza, che costituiscono le basi dell’attività della Lega Nazionale Dilettanti e del Cru e continuerò a farlo, convinto che tutte le società che ho l’onore di rappresentare sapranno svolgere una riflessione costruttiva su questa triste vicenda”.

Una vicenda quella finita nella lente della Procura Federale che evidenzia fino a qualche mese fa un clima difficile ed ostole all’interno del CRU della FIGC finito troppe volte nell’ultimo periodo sui banchi della giustizia sportiva.

A tal proposito in merito alle elezione dello stesso CRU l’aspirante candidato Luca Fiorucci, come ben noto, si è appellato al CONI, ipotizzando addirittura l’impossibilità a candidarsi per la legge sul limite di mandati del Presidente Repace. Esposto che rimane in attesa di risposta.











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