VALLE UMBRA (di Gabriele Mela) – Ciao Calciofili! Nel primo appuntamento di “PENALTY” ho avuto il piacere di intervistare un calciatore che ha fatto è che fa dell’abnegazione il suo dogma calcistico.

Risponde al nome di Claudio Menchinella, nato nell’anno di “Italia90” … Pronti a tuffarvi nell’intervista…

Un compagno di squadra che ti ha dato di più sotto tutti i punti di vista? 
Per mia fortuna c’è ne sono stati tanti ma al momento quelli che sento maggiormente o con cui ho legato di più sono Alessio Ciurnelli, Alessio Cardarelli, “Il Pócho” De Costanzo e Andrea Adamo.

Quale persona ha avuto la maggiore influenza sulla tua carriera calcistica?
Riferendomi al percorso delle prime squadre, sicuramente Mister Nofri e Mister Pagliari sono stati gli allenatori che hanno contribuito di più alla mia carriera calcistica. Lo stesso Mister Bocchini seppure sia stata un esperienza breve, ha avuto un grande impatto su di me.

Il calcio é debitore con te o tu sei debitore al calcio?
Sarò sempre debitore al calcio che mi ha permesso di farmi vivere gioie, emozioni e delusioni con grande intensità e passione, da cui ho sempre cercato di imparare qualcosa.

Tu sei esperto nell’abnegazione calcistica e non, a tal proposito la domanda capita al momento giusto ovvero : Cosa vuol dire per te avere “la maglia sudata”?  
Per me significa semplicemente non risparmiarsi mai, dare tutto quello che si ha per contribuire al successo del gruppo, onorando e rispettando fino in fondo le persone che ti sono intorno.

Sei stato per professionalità, onestà intellettuale e quant’altro capitano del Foligno, GualdoCasacastalda e Spoleto ovvero le 3 squadre più importanti lungo la vecchia Via Flaminia, più il Bastia se non erro… a mente fredda è stata soddisfazione, casualità o redenzione calcistica ?
Per me è stato vero motivo di soddisfazione e di orgoglio, perché sono realtà storiche del panorama umbro, (ovviamente, credo sia naturale, in particolar modo nella squadra della città dove sono nato). In tutte queste esperienze, spero di essere stato all’altezza e,obiettivo principale per me, di aver contribuito a creare un bel gruppo dove tutti possano essersi sentiti importanti e considerati. 

Visto che tutti noi abbiamo delle frasi in cui ci rispecchiamo, qual’è la tua frase preferita? Il tuo motto in poche parole…
“Un passo alla volta”: penso infatti che, partendo dalle cose semplici, se si è bravi a dimenticare in fretta il buono che si fa, per non cullarsi troppo sugli allori, e si continui a lavorare costantemente per migliorarsi, pian piano le cose importanti e più difficili vengano da sé. 

Una partita da riscrivere il finale?
Penso sempre al presente, per cui ti dico l’ultima che ho giocato, Olimpia Collepepe-Cerqueto, in cui abbiamo perso 2 a 1. Sono sempre convinto che, imparando dai nostri errori, possiamo toglierci delle bellissime soddisfazioni che tutto l’ambiente merita per la passione con cui vive il calcio.

Si sa che nel calcio esiste la “combo perfetta” calcio/scaramanzia, hai riti scaramantici?
Fortunatamente no, però a volte è capitato che fossi coinvolto in qualche “tradizione” diciamo così…(ad esempio, a Cannara per un periodo compravo sempre per tutti le caramelle Ricola prima delle partite).

Invece dimmi a parer tuo i top e flop del calcio ? Cosa va e cosa non va nel calcio in generale?
Credo che in generale, rispetto ad altri sport, il calcio debba fare molti passi avanti in termini di osservanza delle regole e rispetto e tutto ciò a partire dai piccoli amici fino ad arrivare alle categorie più importanti. Sicuramente di positivo,penso ad esempio alla nostra Nazionale, c’è il maggior coinvolgimento di giovani che si “fanno le ossa” direttamente sul campo.

Immaginati per un attimo un “Addetto ai Lavori”, hai appeso gli scarpini da tempo, scovi un possibile talento in un campetto di periferia, istintivamente parlando cosa gli consiglieresti per farlo emergere?
Sicuramente di non lasciarsi abbindolare da chi promette e illude ma di fidarsi delle persone giuste. Inoltre,gli consiglierei sempre di “rubare con gli occhi” alle persone con maggiore esperienza e di far suo ogni consiglio, con umiltà e senza mai arroganza.

Eccoci Claudio siamo all’ultimo metro, 120′ minuto dello spareggio promozione, squadre sfianchiate pubblico numeroso e caldo incombente. Ti accingi a battere il Penalty che vale una stagione, cosa ti piacerebbe che accadesse nelle tue 2 vite, quella calcistica e quella personale di tutti i giorni?  Un sogno, un desiderio …
Nella vita personale, il mio desiderio è rendere sempre felici la mia ragazza,con la quale costruire la mia futura famiglia, i miei familiari e le persone a cui voglio bene. Nella vita calcistica, il mio sogno è quello di poter continuare a giocare ancora per qualche anno (acciacchi permettendo) e chissà un domani,forse, di poter, in altra forma, “giocare” a questo splendido gioco che tanto appassiona.

 

Grazie Claudio é stato un piacere intervistarti (spero di esserne stato all’altezza), ed é stato un piacere intrattenere voi lettori con questo nuovo format…

Ciao Calciofili! Vi aspetto per il prossimo… Penalty!











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