VALLE UMBRA – A differenza dei campionati la rubrica Penalty a cura di Gabriele mela non conosce soste e dopo uno che sta scrivendo la più recente storia del calcio spoletino arriva un’ospite che ha scritto la storia del Foligno.

“Un arcobaleno che duri più di un quarto d’ora”, diceva Goethe, “non lo guarda nessuno: lo straordinario della vita è un attimo diverso, è il fantastico.”

Ma esiste una purezza più alta e discreta, la semplicità, impegnativa perché fatta d’equilibrio, costanza, carattere. Sono parole grosse che il calcio può permettersi raramente e che in fondo fanno “paura”: per questo è malagevole intervistare Daniele Fornetti da sei giorni fresco quarantacinquenne. Non dirà cose sensazionali, non si mostrerà diverso o apparirà comunque lontano dai nostri affanni.

Nessuno come lui è stato degno e grande contribuente (lo è tuttora) del calcio umbro. Ha vinto 1 Campionato di D e salvezza clamorosa in C2  da profeta in patria, da folignate purosangue, due campionati di Eccellenza, due Coppe Italia di Eccellenza, due Campionati di Promozione, un campionato di 1^ categoria (anche se assegnato dalla Federazione causa Covid). Tra i primi posti in assoluto per numero di presenze nel Foligno, 191, venticinque stagioni di calcio sereno: potrebbe guardarci tutti dall’alto, c’è chi lo fa per molto meno, invece non dice, non esagera, soprattutto non cambia. Nella fedeltà a se stesso si rivela il personaggio, anzi la persona, che iniziò il viaggio dentro il calcio mostrando piccole paure e grandi sogni spesso realizzati.

Vi dovete ancora riprendere dalla sbornia post capodanno ? Volete passare cinque minuti di sano relax ? Oppure state aspettando una persona e nel frattempo state sorseggiando il caffè ? Ottimo … per leggere la nostra intevista:

Ciao Daniele e benvenuto. Partiamo a razzo e dicci : Cosa ti spinge a rimandare il viaggio alla “Ferramenta del Calcio” per l’acquisto dei chiodi e del martello ? Per appenderci le consumate scarpette … visto che anagraficamente parlando non sei più giovanissimo.
La passione senza dubbio… Amo questo sport, amo fare fatica durante gli allenamenti, amo la tensione prima di ogni partita (anche se ormai gioco pochissimo!!!) e soprattutto amo condividere lo spogliatoio con i miei compagni, le risate, gli scherzi, le prese in giro…

Capodanno 2021. Ricordo che ero a casa di amici e tra l’antipasto, un bicchierino di vino, il primo,il secondo e così via … mi ero momentaneamente accomodato a pancia in su sul divano, in poche parole come un tricheco spiaggiato, e nel frattempo stavo creando il fotomontaggio degli auguri di buon anno da inviare ad amici, parenti ecc ecc. La frase che scrissi era “Non c’è un altro posto del mondo dove l’uomo è più felice che in uno stadio di calcio”. Visto che la tua carriera sta lì a parlare per te, qual’ è stato lo Stadio in cui ti sei sentito giocatore vero ? Cioè lo Stadio che ti ha trasmesso vibranti emozioni (non solo lo stadio in cui giocavi in casa)?
Tralasciando l’Enzo Blasone, lo stadio della squadra della mia città e di cui ero tifosissimo, penso al Marassi di Genova. Quando ero a Cesena in Primavera ho giocato un tempo di una partita in Prima Squadra contro il Genoa; era una partita del Torneo Anglo-Italiano, lo stadio era tutt’altro che pieno però i tifosi del Genoa si sentivano e parecchio, e gli avversari avevano il cognome sulla maglia!

Avevi 12 anni quando, nel 1989, la Gordon Company produceva il film “L’Uomo dei Sogni” con Ray Kinsella (meglio conosciuto come Kevin Kostner), un agricoltore che da poco trasferitosi nell’Iowa con la moglie Annie e la figlia Karin, mentre cammina fra le alte piante del suo campo di granturco, sente una voce dirgli: “Se lo costruisci, lui tornerà”. Hai presente il film no ? Bene allora mi viene istintivo chiederti come si fa  a costruire la vittoria di un campionato ? La vittoria di una Coppa ? O la vittoria di una salvezza miracolosa ? Non può essere solo il fatto di avere a disposizione i migliori calciatori ed il miglior allenatori no?
Secondo me per ottenere risultati importanti in uno sport di squadra come il calcio è necessario che ogni componente (società, mister e giocatori) remi nella stessa direzione, comportandosi con lealtà, rispetto dei ruoli e mettendosi ognuno a disposizione dell’altro per il bene comune, mettendo cioè il “noi” al primo posto piuttosto che “l’io”…

363 … no non è l’anno Avanti o Dopo Cristo ma è il totale delle tue presenze in Serie D.  Di cui ben 191 con la maglia dell’amato Foligno. Hai vissuto a cavallo tra gli ultimi anni del 900 ed i primi anni 2000 in Serie D anonimi pareggi domenicali in cui si esultava in gradinata per la battuta di un semplice corner. Hai vissuto amare retrocessioni come quella alquanto cocente del “Carotti” di Jesi, ma al tempo stesso sei stato protagonista del “Rinascimento” folignate dell’era Zampetti. Doblete 2002-03 in Eccellenza, la disfatta di Frascati della stagione seguente con il Morro d’Oro che vinse di “corto muso” all’ultima giornata. Il dominio bianco azzurro a cospetto del Cattolica di Bomber Pittaluga (ex Todi tra l’altro) nella stagione 2004-05 in D e poi l’incredibile salvezza la stagione seguente in C2 datata 7 Maggio 2006 con gol dell’attuale Mister del Gavorrano Marco Bonura nella battaglia dello Stadio “dei Marmi” di Carrara. Remake non casuale il nostro, perché ti chiediamo di descriverci un evento significativo o che ti sta più a cuore per un qualsiasi motivo di queste quattro stagioni rinascimentali zampettiane.
L’anno dell’Eccellenza è stato un continuo di eventi da ricordare, se ne devo scegliere uno dico la finale di Coppa Italia vinta ai rigori contro la Fortis Terni… C’erano circa 2 mila tifosi venuti da Foligno in una serata gelida, davvero da brividi in tutti i sensi! Del primo anno di serie D ricordo come fosse ieri il goal segnato contro l’Albalonga a Foligno in diretta tv su RaiSport: giocavo terzino sinistro, ho pescato un jolly e abbiamo vinto 1 a 0, non ci credevo, una gioia indescrivibile!!! Della vittoria della serie D mi torna in mente la festa in Piazza della Repubblica a Foligno tornati dalla vittoriosa trasferta di Budrio contro il Mezzolara che ci diede la matematica certezza della vittoria del campionato: una soddisfazione immensa vedere tanta gente che ci osannava per aver riportato il Foligno tra i professionisti dopo quasi 20 anni. Della stagione in serie C2 ricordo i festeggiamenti nel pullman di ritorno dalla trasferta contro la Carrarese: vincemmo 1 a 0 con gol di Bonura e ci salvammo senza play out quando in moltissimi ci davano per retrocessi… Fu come vincere un campionato.

Senti Daniele ma…nel 2007 o 2008 giù di li, per puro caso ricevetti in dono una … Maiolica ? Dai spremi le meningi da Professore, possibile che non ricordi di avere a casa quel prodotto ceramico … di vasellame caratterizzato da un corpo poroso rivestito … va bene dai la redazione ti da una mano a ricordare : Deruta Calcio. Eccellenza vinta nel 2007-08 poi 4 salvezze di fila in Serie D. Raccontaci allora le 5 migliori partite (con qualsiasi risultato) disputate in maglia azzurra. Visto che sei in vena di racconti, non  trascurando come giusto che sia l’aureo triennio alla C4 ed i bienni alquanto profilici a Todi e Gualdo Tadino. Anche quinti chiediamo di raccontarci una partita che fotografi alla perfezione siete tue espierenze.
Di Deruta ho tanti ricordi, tutti bellissimi, dalla vittoria dell’Eccellenza alla partita al Curi contro il Perugia in serie D fino alla salvezza conquistata ai play out contro la Sestese. La partita più bella indubbiamente la prima in assoluto in serie D del Deruta: giocavamo a Ponte San Giovanni (allo stadio di Deruta stavano facendo lavori di messa a norma per la nuova categoria) contro il Gavorrano, pareggiammo 1 a 1 e segnai io… una botta al volo di sinistro che se ci riprovassi 100 mila volte non riuscirei più a farlo!!! La partita più bella o forse più significativa con la C4 credo la vittoria in trasferta contro la Terni Est: venivamo da due sconfitte consecutive ed eravamo in emergenza di uomini. Giocai difensore centrale insieme al mio amico David Matarazzi (autore in quella partita di una doppietta!!!). Vincemmo 4 a 3, io “ci lasciai” due costole per una gomitata subita, però la vittoria segnò la svolta che ci permise poi di vincere il campionato. Anche a Todi ho vissuto due stagioni molto positive, soprattutto il primo anno in Eccellenza facemmo un campionato straordinario e sfiorammo la serie D attraverso i play off nazionali. Ricordo che l’ultima partita vincemmo 4 a 3 contro il Città di Castello e riuscimmo ad arrivare secondi con dieci punti sulla terza classificata, passando così direttamente alle fasi nazionali. Di Gualdo Tadino ricordo la finale play off vinta 3 a 0 contro il Campitello, grazie alla quale potemmo festeggiare il salto di categoria in Eccellenza dopo che l’anno prima avevamo perso la finale play off ai supplementari contro l’Ellera. Fu una grande soddisfazione soprattutto perché grazie a mister Bazzucchi, al D.S. Angelini e ai miei compagni riuscimmo a creare un gruppo squadra molto coeso. 

Lhamo Dondrub nacque il 6 Luglio 1935 in una povera e numerosa famiglia di agricoltori a Taktser, un minuscolo e isolato villaggio lungo il confine con la Cina, nella regione Amdo, nel nordest del Tibet. Eh si … hai fatto bingo. È proprio lui, il Monaco buddhista tibetano per antonomasia, Il Dalai Lama. E sai cosa disse durante un intervista alla CNN?
“Lo studio è come la luce che illumina la tenebra dell’ignoranza, e la conoscenza che ne risulta è il supremo possesso, perché non potrà esserci tolto neanche dal più abile dei ladri. Lo studio è l’arma che elimina quel nemico che è l’ignoranza. È anche il miglior amico che ci guida attraverso tutti i nostri momenti difficili.”
Prof ! Correggimi se sbaglio, hai conseguito tempo fa la laurea in lingue (francese, inglese e spagnolo), ora sei professore di sostegno, allora mi viene da chiederti : quanto è importante lo studio per rendere nel calcio ? Sempre se è importante … come la pensi a riguardo? Convieni con chi sostiene che lo studio può aiutare molto in campo ? Magari nel modo di pensare e interpretare eventuali richieste (del mister?) e/o situazioni ...
Per me è importante studiare perché acquisire nuove conoscenze consente di poter esprimere delle opinioni e di sviluppare il proprio modo di pensare. Può essere utile anche in ambito calcistico perché può aiutare ad ascoltare, cioè ad assimilare le richieste dell’allenatore e a lavorare sui propri errori per cercare di ripeterli il meno possibile.

Siamo in Emilia Romagna, più precisamente nella Città Metropolitana di Bologna. Qui nacque nel Quartiere Santo Stefano il 5 Marzo 1922 un genietto cinefilo, futuro poeta, attore, sceneggiatore ecc ecc, iscritto all’anagrafe bolognese col seguente nome e cognome : Pier Paolo Pasolini.
Come ben sanno i nostri lettori e come ben saprai l’intellettuale sopra citato era un grande appassionato di calcio. E fu proprio lui che ad una domanda sul connubio tra poesia e calcio, in un intervista di Ennio Cavalli per il “Guerin Sportivo” nell’anno 1975 rispose così : “Il Capocannoniere di un campionato é sempre il miglior poeta dell’anno”.
Daniele … quanto c’è di vero (se c’è di vero) in questa frase ? È talmente determinate avere il “Poeta dell’anno” in squadra per raggiungere un qualsiasi obiettivo prefissato?
Io penso che per raggiungere traguardi ambiziosi sia molto importante avere in squadra “chi la butta dentro” perché nel gioco del calcio vince appunto la squadra che fa più goals!!! Ovviamente gli attaccanti hanno bisogno di tutti gli altri compagni, però è innegabile che se si hanno giocatori che segnano con facilità è più probabile che si riescano a vincere le partite.

Andando a memoria, ovviamente correggimi se erro, in 25 anni di carriera hai vestito paradossalmente poche maglie, se consideriamo nove stagioni a Foligno, cinque  a Deruta, tre alla C4, due a Todi e Gualdo… allora il linguista e politologo Antonio Gramsci aveva ragione nell’esternare questo suo parere : “Il calcio è il regno della lealtà umana esercitata all’aria aperta.”
Che importanza hanno per te l’identità e la fedeltà alla maglia? Può essere una caratteristica di un qualsiasi calciatore ?
Nel calcio di oggi, a tutti i livelli, è sempre più difficile vedere un giocatore che si lega ad una società per molti anni, per tanti motivi. Io posso solo dire che l’attaccamento alla maglia non si misura con il tempo in cui un giocatore rimane nella stessa società, ma piuttosto con la professionalità e il rispetto verso la città, il paese o il quartiere che rappresenta calcisticamente.

Vediamo se sei un buongustaio musicale: la data 12 Marzo 1986 … ti dice niente ? Mmmm … vedo che tentenni come uno scolaretto all’interrogazione di matematica. Va beh, l’aiuto bis dalla redazione ti spetta di diritto. Quel giorno sopra scritto uscì l’album musicale “A Kind of Magic” degli inarrivabili Queen ! Più precisamente venne usato un il seguente singolo, facente parte dell’album, ovvero : “Princes of the Universe”. Vedo che annuisci, eh si … fu usato per la colonna sonora del film “Highlander-L’Ultimo immortale” con Christopher Lambert nei panni di Connor MacLeod. Concedimi il paragone ma tu sei l’Highlander o uno degli Highlander del nostro calcio, ergo mi viene da chiederti se tutti questi cambi o modifiche di regole, concetti tattici, concetti basilari siano dannosi o proficui per il futuro del calcio ? Visto che hai vissuto il cambiamento da 2 a 3 punti a vittoria (dalla stagione 95-96 in tutte le categorie italiane), ora stai vivendo la costruzione dal basso, oppure l’ammonizione per comportamento antisportivo se ci si toglie la maglia dopo un goal(dal 2004) e via dicendo …
Rispetto a quando ho iniziato a giocare “con i grandi” il calcio è cambiato parecchio e non sempre in meglio secondo me. Quando si ottenevano 2 punti per vittoria le partite erano sicuramente meno spettacolari perché facendo 34 pareggi si riusciva a ottenere la salvezza. Per quanto riguarda la costruzione dal basso io credo che siano più i rischi che i benefici di questa “strategia” e mi spiego meglio: secondo me bisogna sempre provare a giocare palla a terra e a non lanciare la palla lunga, però per poterlo fare è necessario un terreno di gioco in ottime condizioni e soprattutto giocatori dotati tecnicamente e con personalità. Diciamo quindi che dipende dal materiale umano a disposizione di un allenatore. La regola che vieta di togliersi la maglia dopo un goal, francamente, la trovo assurda perché ogni giocatore deve essere libero, nel rispetto dell’avversario e del pubblico sugli spalti, di poter esprimere come meglio crede la propria gioia dopo per aver segnato. E te lo dice uno che, purtroppo, ha fatto pochi goals in carriera, ma ti garantisco che la felicità che si prova nel fare un goal è qualcosa di indescrivibile.

Abbiamo notato la tua preparazione musicale, per i film diciamo che sei messo bene. Con le SitCom ? Come te la cavi ? Non lo sai é … vediamo : “Futurama”. Conosci ? La serie è ambientata nella New York del XXXI secolo e racconta le avventure di Phillip J. Fry, fattorino di una pizzeria che finisce accidentalmente in una capsula per il sonno criogenico risvegliandosi mille anni dopo, iniziando così una nuova vita nel futuro. Futuro appunto. Caro il nostro Professore di lingue, in un futuro calcistico mediamente vicino o distante (dipende dai punti di vista) cosa bolle in pentola ? Già stai pensando a quello che ti piacerebbe fare una volta smesso di giocare ? Ovviamente in ambito calcistico.
Il calcio mi ha dato tantissimo, è stato ed è tuttora la mia vita, pertanto mi piacerebbe far parte di questo mondo anche quando appenderò gli scarpini al chiodo. Non so ancora con quale ruolo, ma spero di ricevere proposte che mi permettano di continuare a coltivare questa grande passione che, nel mio caso, sfiora quasi “la malattia”!!!

Dear Babbo Natale … Querido Papà Noél … Cher Père Noël … fermi tutti ! Continuo in italiano. Caro Daniele mi è arrivato su whatsapp un messaggio di Babbo Natale (anche se lui è passato una decina di giorni fa). Mi informa del contenuto della tua lettera dei desideri, a quanto pare hai il desiderio di disputare un derby con la maglia della tua amata Lazio e segnare il gol vittoria. Beh perché non avverarlo battendo il nostro Penalty? Eccoti la maglia personalizzata, Patron Lotito ti ha acquistato con i primi saldi del 2023, l’Olimpico ribolle di passione e tensione. L’attento e puntiglioso arbitro Juan Luca Sacchi della sezione di Macerata fischia un rigore netto di Smalling su Immobile. Prendi la palla umida e scivolosa, la pulisci con cura, la sistemi sul dischetto, davanti a te hai la gremita Curva Nord che sta per esplodere. Hai una massimale concentrazione, la freddezza del campione olimpico cresce in te secondo dopo secondo, fischio dell’arbitro, prendi la rincorsa … ed é goal ! Alzi le braccia al cielo e … Con questo Penalty riscriveresti il finale di un qualcosa sfuggitoti in passato ? Anche nella vita di tutti i giorni ? Magari ti auguri un qualcosa per il futuro calcistico e non?
Se mi guardo indietro posso ritenermi umilmente soddisfatto di quanto fatto nel calcio, anche se ho un piccolo cruccio: non aver sfruttato pienamente l’occasione che mi si era presentata di diventare un giocatore di alto livello quando sono stato acquistato, adolescente, dal Cesena che all’epoca militava in serie B e che aveva un buon settore giovanile. Non ho la presunzione di dire che sarei potuto diventare un calciatore di serie A o serie B, ci mancherebbe, però il rammarico per aver affrontato quell’esperienza non dando il massimo delle mie possibilità in modo da non avere poi rimpianti un po’ ce l’ho…

Grazie Professor Fornetti per la “Lectio Magistralis” calciofila odierna. Sempre molto preciso e diretto nelle risposte come nei tackle ai calcagni degli avversari in un passato non tropo remoto e nel presente alquanto vincente. 

Calciofili anche la nona puntata e terminata, non ci resta che rinnovarvi l’invito per la decima settimana (ventura) consecutiva. Ciao Calciofili !

 

 











Commenti