SPOLETO – Riscuote sempre più successo la rubrica di Gabriele Mela Penalty e questa settimana l’ospite di Natale è uno che ha lasciato il segno sia a Foligno che a Spoleto.
Ciao Calciofili ! Il Natale è molto vicino e per farvi un bel regalo, oggi siamo lieti di inaugurare questo nuovo episodio del nostro format, con l’intervista ad uno dei talenti più elastici e conosciuti in Umbria. E’ cresciuto calcisticamente nel Foligno Calcio, la squadra della sua città. Ama il pallone, le sue origini, la famiglia, il lavoro.
E per chi come lui è folignate doc, significa tanto. Mattia Cavitolo, il “Messi della Croce di Pale”, le maglie numero 3 e 7 ormai tatuate sulla schiena, terzino sinistro, esterno alto, mezzala, play … i ruoli ultimamente li ha fatti un po’ tutti. Arrivato alla C4 nella passata stagione, dopo essersi messo in mostra per 5 stagioni con la maglia spoletina in Serie D, dopo aver vinto tutto con la maglia del Falco e dopo aver contribuito alla crescita in Eccellenza della Ducato Spoleto, si racconta a noi Calciofili. Siete pronti ? L’accendiamo ? … ecco di seguito l’intervista :
Ciao Mattia e benvenuto nel nostro format, per andare sul sicuro partiamo dall’inizio. Chi era Mattia Cavitolo da bambino?
Ciao Gabriele. Grazie per l’invito innanzitutto e complimenti per il tuo format perché è una cosa molto carina e piacevole da seguire.
Per risponderti alla domanda, Mattia da bambino era una piccola peste che giocava a pallone con qualsiasi cosa che poteva rappresentare una palla.. Ho iniziato dal terrazzo di casa.. Per poi seguire mio padre( colui che mi ha trasmesso la passione per questo magnifico sport)che giocava all’Arci Uisp.. Per poi iniziare con un anno di anticipo rispetto al dovuto, mi sembra 4 anni invece che 5, grazie a mister Sante Lini e il grande Pietro Ciancaleoni (colonna portante dell’allora Nuova Fulginium) che si alternavano a venirmi a prendere all’asilo.
Siamo ad Hollywood. Mentre dall’altro capo del Mondo si disputa Euro2000 (aimé persi contro i rivali francesi), l’immortale Gene Hackman veste i panni del coach di football Jimmy McGinty nel film “Le Riserve” e la prima volta che vidi questo film mi colpì una sua determinata battuta : “La grandezza, per quanto breve, un uomo la porta sempre con sé.”
Per l’appunto Mattia se fai riferimento alla tua carriera qual é stata o qual é la tua grandezza calcistica ?
Vediamo.. La mia grandezza calcistica.. è stata quella di giocare per la mia città.. E averlo potuto fare per tre anni in tre categorie differenti mi ha riempito il cuore di gioia! E penso anche di aver dato il massimo in quei tre magnifici anni.
Per caso giochi al Lotto? Se la risposta è affermativa ti suggerisco 1-7-0, terno secco sulla ruota di Spoleto (Foligno). Eh si hai collezionato ben 170 partite in IV Serie Nazionale, la stragrande maggioranza cn la maglia bianco/rossa spoletina. Raccontaci il momento più esaltante con quella maglia e la delusione più cocente.
I 5 anni a Spoleto sono stati semplicemente bellissimi! Per me era diventata una seconda casa. Mi volevano tutti bene e i volevo bene a loro. Sono legato a molte persone e anche ai tifosi che quando feci ritorno da avversario con la maglia del Foligno mi regalarono una targa che tengo ancora a casa con me. Il ricordo più bello però non può che essere il gol del pareggio allo Stadio “Renato Curi” contro il Perugia.. Per me tifoso del Foligno è stata una gioia incredibile!
La delusione invece potrebbe essere stata la finale play off persa a Viterbo, dove pochi minuti dopo il calcio di inizio siamo rimasti in 10 e magari se l’avessimo giocata in 11 vs 11 non so come sarebbe finita.
Eh… Roma … Città Eterna ! Bellissima definizione che dura da oltre due millenni. Il merito di tale difenizione fu di Albio Tibullo, poeta latino. In quegli anni, i primi dopo Cristo, Roma fu governata da Tito il decimo Re di Roma, il quale durante un discorso presso il Senato Romano coniò questo antico proverbio : “Verba Volant, Scripta Manent”. Tradotto : “le parole volano, gli scritti rimangono”. Vedi sto leggendo i miei appunti e noto che nella stagione 2017/18 oltre che a stravincere il campionato di Promozione col Foligno, hai pure refertato 12 gol e 19 assist ? Da folignate a folignate, che mi racconti di quella stagione?
La stagione 17/18 a Foligno è stata forse la più bella in assoluto insieme a quella passata l’anno scorso alla C4. Eravamo una famiglia. Un gruppo di amici messi dentro la stessa squadra, con un grande Mister e un grandissimo pubblico al seguito per la categoria che facevamo. Ci veniva tutto molto facilmente e ancora oggi abbiamo un gruppo WhatsApp dove ci scriviamo e scherziamo come in quell anno. La vincita del campionato penso rimanga dentro di noi a vita é un sogno realizzato, non potevo chiedere di più.
San Giacomo di Spoleto. Il giallo/blu della gloriosa Picchi San Giacomo non ci sono più, da alcuni anni sventola la bandiera giallo-verde-blu sul pennone del campo sportivo “Capitini”, la nuova società si chiama Ducato, ha da anni un valido settore giovanile. In tanti hanno debuttato in Eccellenza, altri in Promozione. Allora ti chiedo quanto è importante, se non determinante, anche per colpa di questa crisi economica, avere un buon settore giovanile o comunque sia gestire nel miglior modo possibile un settore giovanile?
A San Giacomo sono stati 2 anni particolari, anche li mi sono trovato molto bene con tutto l’ambiente. Come hai detto te puntano molto sul settore giovanile, come del resto lo fa pure la C4. È un fattore importantissimo, anche perché manca un cambio generazionale e lo vediamo anche in categorie superiori. Serve la passione però dei ragazzi sennò serve a poco secondo me, perché se non c’è passione una volta che arrivi nel mondo dei grandi dove si devono fare dei sacrifici, il lavoro fatto nel settore giovanile svanisce.
Sai Mattia, ho una parola che non riesco a togliermela dalla testa, ripensando alle molte partite che ti ho visto disputare. “Flessibilità”. C’era una volta il simpatico Nonno della porta accanto. Divulgatore scientifico, conduttore televisivo, si sì é proprio lui Piero Angela. Durante una puntata del suo programma televisivo “Quark” esternó il suo pensiero a riguardo: “Una delle migliori definizioni dell’intelligenza è proprio “flessibilità”: cioè la capacità di trovare le soluzioni giuste non marciando diritti per la propria strada, ma cercando altri percorsi più fruttuosi”. A riguardo… sbaglio o la flessibilità ti ha fatto rendere abbastanza anche in diversi ruoli in campo negli ultimi anni ?
Devo dire che la flessibilità è una cosa che mi appartiene e che mi ha permesso di giocare tanto, ho avuto tanti mister e molti giocatori importanti che mi hanno insegnato tante cose. E il mio spirito di sacrificio ha fatto che fossi comunque un calciatore duttile.
Si è fatta una certa ora. Foligno. Centro Storico. Ristorante “L’Iguana affamata”. Arrivi … sei in anticipo di 7-8 minuti, hai appena finito l’allenamento di Mr. Manni. Non vedevi l’ora che arrivasse questa sera, perché a cena avresti parlato di calcio e di tutte le sue sfaccettature. Di conseguenza la domanda è d’obbligo e se vuoi scontata : con chi ceneresti per parlare di vero calcio? Per aneddoti, curiosità ecc ecc … con un calciatore? Un Direttore ? Un Allenatore?
Vediamo… andrei a cena con Mister Manni e i due direttori Petterini e Bianconi e ci parlerei molto volentieri di calcio e non solo. In più ti dico che Mister Manni mi ha ridato un linfa che si stava un po’ spegnendo e credo che in queste partite sto ripagano questa fiducia. Con lui parlerei molto volentieri di tante cose, é una persone squisita.. Lo conosco da calciatore avendoci giocato per tre anni tra Castel Rigone e Spoleto e ora lo conosco da allenatore.
Ma te la ricordi la Serie Tv “Baywatch” ? Quanti bei sogni erotici adolescenziali con la prosperosa Pamela Anderson! Ma poi la sigla … bella dai ! Era alquanto orecchiabile. Specialmente la strofa : “In us we all have the power
But sometimes it′s so hard to see
And instict stronger than reason
It’s just human nature to me”. Usufruendo della traduzione : “In noi abbiamo tutti la forza
Ma a volte è così difficile da vedere
L’istinto è più forte della ragione
È la natura umana”… l’istinto è più forte della ragione. Tu sei stato in carriera un calciatore esperto di rilevanza nella squadra di appartenenza o addirittura capitano in alcune occasioni. Qual’é stata la volta in cui hai reagito di puro istinto ? Pur di recuperare una partita messa male o magari portare calma nello spogliatoio in un momento negativo della stagione ? Cose così …
Ahahah.. È si.. Ci siamo bloccati la crescita per un periodo !! Comunque ci sono state anche situazioni molto negative che ho dovuto affrontare nelle annate calcistiche.. Alcune volte le ho affrontate seguendo quelli più grandi di me.. Negli ultimi anni sono stato uno di quelli che dava consigli, come l’anno scorso, dove venivamo da due sconfitte consecutive e affrontavamo il Terni Est per lo scontro diretto. Eravamo tutti sotto esame. Giocatori e mister. Ci siamo detti solo una cosa : “Se siamo veramente uomini e un gruppo forte usciamo in quel campo e vinciamo” e così è stato.
Scozia. Glasgow, 30 novembre 1872. Si affrontano Scozia e Inghilterra in quella che è ricordata come la prima gara internazionale nella storia del calcio. I padroni di casa scendono in campo schierandosi con il 2-2-6, gli inglesi rispondono con un più spregiudicatossimo 1-2-7. Tredici attaccanti in tutto, oggi li chiameremmo così, produssero un paradossale 0-0. Oppure, restando in tema di follie, che cos’era se non un geniale azzardo tattico, quello del Brasile 1970? È la squadra passata alla storia come l’unica ad aver mai schierato contemporaneamente cinque numeri 10, cinque fenomeni per tecnica e intelligenza calcistica (ognuno, appunto, vestiva il 10 nella propria squadra di club) che coesistevano in base a un principio semplice semplice. Se gli avversari non vedono mai la palla, difficilmente possono fare gol, e con la linea Gerson-Pelè-Rivelino-Tostao-Jairzinho la vedevano molto poco. Parlando di moduli, schemi e compagnia cantante … mixando le tue esperienze, con tutte le maglie indossate, dimmi il tuo modulo tattico preferito, scegli la Line-up dei titolari (ex compagni o compagni attuali) ed ovviamente scegli il Mister.
Penso che sceglierei un bel 4-3-3. Anche se farei fatica a scegliere i giocatori da mettere perché ne ho conosciuti tanti e davvero forti. Provo a metterlo in campo e spero che nessuno si arrabbi e finisca qualche amicizia (ride).
Anzi facciamo 4-2-3-1 :
A porta Mazzoni, linea difensiva con il capitano Guastalvino e Acciarresi Mattia, terzino destro Ferreira a sinistra mi ci metto io (ride), in mezzo al campo Manni e Agostini Leonardo; I tre dietro alla punta sono a sinistra Matteo Pero Nullo a destra Ciccio De Luca e al centro Alessio Campagnacci, in avanti Ciccio Di Paola.
Ne vorrei mettere altri undici ma non si può purtroppo. Su tutti però ci metto due grandissime persone che ancora condividono il campo con me : Matarazzi e capitan Fornetti, esempi in tutto e per tutto.
Allenatore Ezio Brevi.
Nella stagione scorsa sei stato protagonista o uno dei protagonisti nel campionato di Promozione. Nella stagione corrente idem con patate. Ci sono a tuo avviso differenze tra le due categorie ? In tal caso di che tipo ? Organizzative? Economiche? Tecniche ?
Ci sono molte differenze nelle categorie e secondo me tra la Promozione e l’Eccellenza è quella più grande. A livello organizzativo è di strutture soprattutto ma, anche a livello tattico e tecnico.
Esistono dei Penalty che si possono ricordare semplicemente sentendone la colonna sonora.
Ed esistono Penalty che si ricordano, come un determinato evento o come se fossero una fotografia, altri come se fossero dei film, altri ancora come se fossero il testo di una canzone o una melodia. Immaginati la tensione, la stanchezza, gli avversari che gufano, i compagni che pregano, l’adrenalina che sale repentina come la curva epidemica del Covid. Mentre la colonna sonora di “Momenti di Gloria” del famoso compositore Vangelis ti affianca in questi 11 metri di pura gloria, libidine, tensione e coraggio … cosa vorresti cambiare segnando questo Penalty ? Cosa vorresti realizzare con questo Penalty ?
Ultimamente ne ho tirati diversi di rigori decisivi e importanti e per fortuna sono andati tutti a segno ma, se dovessi tirare un rigore che possa cambiare le sorti di qualcosa vorrei che cambiasse la situazione italiana in questo momento dove crisi economica e di salute ci stanno mettendo alle strette.
Grazie Mattia per la simpatica intervista stile “Amarcord”.
Grazie mille Gabriele é stato un piacere, mi hai rifatto vivere dei ricordi bellissimi. A presto.
Cari Calciofili il settimo episodio del nostro simpatico format e terminato. Ovviamente la speranza che vi sia piaciuto c’è sempre. Anche se in anticipo il sottoscritto e la redazione tutta augura Buon Natale a voi e tutte le vostre famiglie e rinnova l’invito a seguirci. Ciao Calciofili!