VALLE UMBRA – Ci siamo come ogni mercoledì torna la rubrica a cura di Gabriele Mela Penalty. Questa volta siamo con un ex calciatore, oggi allenatore e allora buon divertimento.

Ciao Calciofili!  Eccoci pronti per il terzo appuntamento di questo format.

Correva l’anno 1964, Gigliola Cinquetti vinse Sanremo con il brano “Non ho l’età”, il grande Sergio Leone girava il famoso film western “Per un pugno di Dollari”, l’immenso Muhammad Ali sconfisse Sonny Liston diventando campione del mondo dei pesi massimi e … nacque a Ballaró quartiere popolare nella bellissima Palermo l’ospite odierno. Un raffinato centrocampista, un leader un “Professore” di nome Vincenzo Conti. Siete in relax sul divano ? Bene! Gustatevi l’intervista…

Ciao Vincenzo (pardon Mister), parto subito dal presente. Allenatore in Seconda di tua sorella Pamela, Commissario Tecnico della Nazionale Femminile Venezuelana. Beh ne hai fatta di strada da quando sedevi in panchina in Eccellenza con la Voluntas Spoleto prima (2009/10) ed il Todi poi (2014/15). Impressioni sul calcio femminile ? Attualmente il movimento è in grande crescita a livello mondiale.
Si esatto, tutto il movimento calcistico femminile é in espansione anche a livello di marketing, ad esempio la nostra Deyna Castellanos gioca per il Manchester City Woman ed e sponsorizzata da Nike. Mentre per l’aspetto Tecnico/Tattico non é più come una volta, con poca organizzazione in tutto. Ora ci sono realtà forti ed organizzate anche in Italia con Juventus, Roma, Milan, Inter ecc ecc. ed anche in categorie inferiori sia chiaro. Non dimentichiamoci poi che anche in Italia le ragazze sono professioniste. 

Mister riviviamo qualche ricordo di un passato non lontanissimo:
10 Febbraio 2003, chi usciva col cane presso il “Renato Curi” rientrava a casa col Pinguino dal freddo che faceva : Foligno-Fortis Terni Finale Coppa Italia, vincete ai rigori, una marea di folignati in visibilio in gradinata. Un aneddoto ed un tuo ricordo particolare?
Un aneddoto che ancora ci ridiamo con gli ex compagni Cherubini, Fornetti … riguarda Pizzimenti. Durante il riscaldamento pre-partita ci stimolava ci incitava e tutte queste cose, fatto sta che si stira ! E non poté giocare la partita. Mentre per il ricordo, rivedendo ogni tanto le foto, penso a Mister Luigi Iachini (Mister in seconda di Luciano Marini) che purtroppo non c’è più e nello stesso tempo a distanza di 19 anni Cherubini é Ds della Juve, Pizzimenti é Ds in Serie B, Coresi ha giocato nei Pro ed in B, Petterini lo stesso…

Passano gli anni, rivinci tutto con l’Arrone, dalla Valnerina prosegui in direzione Narni, gol a grappoli in tutte le salse, a Torgiano in Eccellenza (2008/09) iniziano i primi vagiti da Mister, che si trasformano in urla decise davanti la panchina della spoletina Voluntas. La sensazione più forte che ti porti dietro da quell’esperienza?
Guarda, più che sensazione ti parlo di stato d’animo. Non ero ancora pronto a livello mentale per fare l’Allenatore, mi sentivo ancora un giocatore.
Ciò nonostante accettai molto volentieri di allenare in una piazza storica è difficile come quella spoletina. Costruimmo una squadra forte ma con calciatori che venivano da infortuni importanti. Nonostante un’alta classifica e la finale di Coppa Italia acquisita contro il Todi, ci rimasi male perché fui inspiegabilmente esonerato.

“Giovani Fere Crescono”, si perché dopo la panchina spoletina hai allenato per 3 stagioni le giovanili rosso-verdi (incluso tuo figlio Francesco classe ’99 centrocampista del San Venanzo). Quanto è importante per la crescita di un Mister allenare le giovanili ? Può essere un passo significativo per la propria futura carriera ?
Ti rispondo che é un’esperienza incredibile allenare i ragazzi, specialmente in contesti di squadre professionistiche ma, allo stesso tempo ti toglie qualcosa. È molto bello magari crescere dei ragazzi per poi vederli in buone categorie però, prendendo per esempio il mio carattere, se devo scegliere scelgo di allenare prime squadre, perche c’è più peso del risultato, nelle giovanili no. Per allenare le giovanili bisogna essere portati.

Ci sono molti esempi di grandi calciatori che non hanno sfondato come allenatori o che trovano difficoltà nell’allenare. Qual’è secondo te la differenza più grande tra giocare ed allenare ?
Eh! Non c’è niente da fare, sono due cose completamente diverse! Forse la differenza più grande e che ora i calciatori non te li porti più in giro nel dirgli le cavolate. Quando giocavo il Mister ti diceva “oggi facciamo i 1000 mt” e noi ubbidivamo. Ora se ai calciatori dici “facciamo questo esercizio” loro magari ti rispondono, perché sanno che quell’esercizio può essere una cavolata . I calciatori di oggi sono molto più preparati, intelligenti di noi “vecchi” calciatori.

Qual’é stata la vittoria più bella vissuta da Mister/Collaboratore? La partita in cui hai pensato “Cavolo ! Oggi le ho/abbiamo azzeccate tutte!”
Ho due vittorie nel cuore : la prima in assoluto è stata la vittoria della medaglia d’oro ai Giochi Sudamericani con la Under20 femminile del Venezuela. Emozione indescrivibile con la medaglia d’oro al collo. Ho tantissimi ricordi a Foligno con il “Doblete”, ad Arrone alla Torres ma questa vittoria le batte tutte. 
Mentre la seconda vittoria è stata Todi-Group Castello 4-3 in Eccellenza nel 2014-2025. Una vittoria che rispecchiava l’annata trascorsa, con un grande feeling creato tra società e squadra e tra gli stessi giocatori. Quando parlavo nello spogliatoio vedevo che mi ascoltavano.

“Futuriamo” per un istante : alleni le giovanili di un importante club, più passano gi allenamenti e … fermi tutti ! Ti accorgi di avere in squadra un calciatore come il giovane Vincenzo Conti. Ti rivedi in lui, ti scatta una scintilla, segui l’istinto, fermi l’esercitazione in atto, ti avvicini a lui e … cosa gli consigli? Cosa gli dici per farlo emergere ?
Di sicuro gli direi di non fare le mie stesse cazzate. Ma anche perché sono cresciuto in un quartiere popolare, tosto di nome Ballaró a Palermo. Andavo poco a scuola, non stavo attento all’alimentazione, quando ero più grandicello alla Torres dopo 2 campionati vinti, si parlava molto di me, litigai con l’Allenatore è finii fuori rosa. A Mazara del Vallo nella vecchia IV Serie anche li feci un bel campionato e litigai col Mister di allora. Sono cavolate che alla fine paghi caro.

Presumo che tutti gli allenatori a tutti i livelli di tutti gli sport e di tutti i  giochi di squadra e non, abbiano dei  principi sportivi e/o sociali . In tal senso tu hai dei principi a cui non puoi rinunciare?
Ne ho uno. Si chiama organizzazione. I miei giocatori devono sapere sempre quello che devono fare, devono sempre avere una o più soluzioni tattiche, tecniche. In più i miei calciatori non devono mai avere alibi.

Tu mi insegni che il calcio é in continua evoluzione. Dalle 5 sostituzioni alla costruzione dal basso: guardiolismo, cholismo, sarrismo e chi più ne ha più ne metta. Secondo te quanto può essere utile questo cambiamento nelle regole e nello sviluppo del gioco in se per se? Per l’emancipazione dell’Allenatore dei giorni nostri.
Come nella vita, anche nel calcio ci sono lati positivi e lati negativi no? 
È tutto vero quando si dice che i 5 cambi sono utili, visto anche gli infortuni che uno ha, Il pressing alto di Guardiola e compagnia bella … però é anche vero che per emanciparsi non bisogna per forza scimmiottare le squadre di Serie A e non, perché magari quello che fa il Manchester City tu lo riproponi in categorie inferiori e non hai gli stessi risultati.

Il mitico “Sor Magara” all’anagrafe Carlo Mazzone si inventó Pirlo play di centrocampo, Spalletti reinventó Totti come prima punta, Sarri fece uguale con Mertens a Napoli. Quanto é importante per un Allenatore saper ricollocare un determinato calciatore in un nuovo determinato ruolo ? Sarà la disperazione data fai tanti infortuni ? Coperta troppo corta in ruolo o … cosa ?
Secondo me é molto importante ed é anche il bello di un qualsiasi Allentore. Ti spiego: l’Allenatore che ha l’intuizione giusta, e tu mi hai fatto degli esempi nella domanda, vuol dire che ha le palle per andare “fuori dalla normalità”. Per come la penso é importante che l’Allenatore abbia queste intuizioni, idee, visioni. Pensa a Lippi che decise di far battere il quinto rigore in finale contro la Francia a Grosso perché secondo lui era “L’Uomo dell’ultimo minuto” avendo conquistato il penalty al 120′ minuto contro l’Australia è aver fatto il 2-3 allo scadere contro la Germania.

Mister siamo arrivati agli 11 metri finali, di rigori ne hai calciati tanti e segnati altrettanti. Ma ti appresti a calciare questo rigore del tutto particolare. Un passo di rincorsa come da tradizione, mani sui fianchi, Copa Mundial consumate, e… un sogno che vorresti realizzare calciando questo Penalty ? O un qualcosa del tuo passato che vorresti riscrivere ?
Sarò breve. Con questo penalty vorrei riscrivere l’esito della gara persa contro il Cile per le qualificazioni mondiali femminili.
Con un rigore sbagliato che purtroppo ci negó la qualificazione. Sarebbe stato un risultato bellissimo per l’intero Venezuela. 

 

P.S. Durante l’intervista Mr. Vincenzo Conti ci tiene a salutare ed omaggiare Fabio Cesarini, un suo ex compagno di squadra in Umbria per le parole di stima ricevute, un fortissimo calciatore che non ha fatto la carriera che meritava per le sue capacità umane e non.

Perfetto, la lezione del Prof. Vincenzo Conti è terminata, spero vi abbia intrattenuto nel miglior modo possibile. Non mi resta che rinnovarvi l’invito per la battuta del prossimo Penalty. Vi aspetto per Mercoledì 30 Novembre. Ciao Calciofili !











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