VALLE UMBRA – Ha vestito la maglia del Foligno tra il 2006 e il 2009 ed èggi è uno dei migliori allenatori della serie D.

E’ il centro di gravità permanente del Girone E di Serie D da qualche anno. Il suo calcio è diventato la meta preferita per chi vuole emergere o rilanciarsi nel miglior modo possibile. Ecco l’intervista a Marco Bonura, classe ’79, fautore da calciatore di miracolose salvezze e vittorie storiche col Falco fino all’approdo in B con la squadra della Città dei Papi (Cesena) con un grande Mister di nome Pier Paolo Bisoli. Mister Bonura ha deciso di entrare a gamba tesa in un mondo di allenatori. Riuscendoci  (al momento) anche molto bene. Vi state incuriosendo sempre più ? Ottimo … ecco a voi la simpatica intervista.

Ciao Mister e benvenuto. Iniziamo subito e raccontaci cosa ti ha spinto a fare l’Allenatore una volta appesi gli scarpini al chiodo.
Mi ha spinto la passione per questo sport , anche se fare l’allenatore è un qualcosa che senti dentro ed io questa cosa l’ho sempre avuta.

Non so se lo sai ma a noi piace riassaporare bei ricordi, se ti dico 5 Dicembre 2005? Cosa rispondi ? Grande ! Esatto … è stato il tuo arrivo a Foligno in C2, venivi da un altra grande e storica Società, la Vis Pesaro. In quella stagione il Foligno neo promosso era in difficoltà, ciononostante faceste una cavalcata storica finita il 7 Maggio 2006 con lo 0-1 a domicilio sulla Carrarese e guarda caso tu siglasti il goal vittoria.
Raccontaci Mister i 3 momenti salienti, determinanti di quella straordinaria rincorsa salvezza.
Quella della salvezza è stato un miracolo , venni a Foligno nel dicembre 2005 ,la squadra era in una situazione critica , facemmo un girone di ritorno impressionante 30 punti è chiaro che il ricordo che ho sempre davanti agli occhi è quel gol contro la Carrarese che ci permise di salvarci. I momenti… sono stati tanti, però in quella salvezza c’è stato un grande gruppo , ragazzi da grandi valori e dirigenti all’altezza

Rimani anche nella stagione successiva e guarda un po’ ? Vinci la C2 con Mister Giovanni Pagliari in panchina. Stadio “Enzo Blasone” gremito da più di 4000 persone, 2-0 all’inglese al malcapitato CuoioCappiano e … che la festa abbia inizio ! Dopo 24 anni il Foligno torna in C1. Visto che sei un testimone vivente, quanto è stata importante l’alchimia, l’unità, il feeling con la Città ? Con la tifoseria? 
La vittoria della C2 è stata un’altra annata indimenticabile , sicuramente quando si ottengono questi tipi di risultati uno dei tanti elementi è l’unione con la tifoseria di Foligno, personalmente ho avuto e ho un bel ricordo di loro e della città e auguro un giorno che il Foligno possa tornare dove merita.

Visto che siamo in odore di Super Bowl di Football Americano, conosci Thomas Wade Landry? Fu un giocatore e allenatore statunitense di football appunto. È diventato celebre per i successi ottenuti come allenatore dei Dallas Cowboys. È considerato uno degli allenatori più importanti e innovativi nella storia della NFL, avendo introdotto molte nuove formazioni e metodi di gioco. Sai cosa disse ad un cronista in un post partita ? “Un allenatore è qualcuno che ti dice quello che non vuoi sentire, ti fa vedere quello che non vuoi vedere, in modo che tu possa essere quello che hai sempre saputo di poter diventare”. Teoricamente non fa una grinza … Mister tu come la pensi?
Semplicemente credo che un allenatore debba essere se stesso e il più credibile possibile con i giocatori società e tifosi.

“Un grande allenatore deve essere lui stesso leader, ma deve creare altri leader che in campo riproducano idee, valori, carattere” Lo disse non poco tempo fa il compianto Gianluca Vialli, se non ricordo male in un intervista al Corriere dello Sport. Mister in campo a tuo modo eri un leader, uno che sapeva attraversare con carattere le “intemperie” calcistiche. Lo stesso presumo come Allenatore visto i buoni risultati finora avuti in Umbria in Eccellenza e D e in Maremma. Secondo te Viali aveva ragione ?
Vialli ha ragione credo che per un allenatore avere dei leader in campo e fuori sia importante e se nn ci sono devi capire chi ha il carattere per farlo e cercare di responsabilizzarli.

Come avrai notato, la nostra intervista si basa anche su frasi dette da soggetti calcistici alquanto conosciuti. Tipo  Lothar Mätthaus, uno dei più forti difensori/centrocampisti del ventesimo secolo, vincitore di un Europeo, un Mondiale ed un Pallone d’Oro. In un numero indefinito di “SportWeek” lèssi questa sua frase: “Trapattoni è un grande tecnico perché parla il linguaggio dei calciatori.” Parlare il linguaggio dei calciatori … sembra banale ma non lo é. Tu con che linguaggio ti poni con i tuoi calciatori ? Parli il loro linguaggio ?
Quando parlo cerco di essere il più semplice possibile , poi penso anche che oltre alle parole conta parlare sul campo con il lavoro.

La storia della democrazia si può ricondurre dai giorni nostri all’Atene della Grecia Classica nel VI Secolo a.C. Malgrado la loro influenza sulle attuali forme di governo, la Grecia classica e la rivoluzione americana non sono gli unici contesti in cui forme di governo democratiche si sono formate autonomamente; molti altri contesti minori l’hanno originata in modo indipendente. Guarda caso uno di queste è il Calcio per certi versi, con l’attuale Presidente del Settore Tecnico Renzo Ulivieri, che nel pre gara di un Cagliari-Lecce di Serie A esclamò: 
“Sono un allenatore democratico. Fisso le regole e i giocatori le rispettano.” Avrai notato il doppio senso ma, nel tuo caso Mister, facendo riferimento alla tua carriera da calciatore prima e da Mister ora, quanto è importante il rispetto dei ruoli e delle regole?

Il rispetto dei ruoli è importante e anche delle regole , personalmente è chiaro che come dico sempre i giocatori non sono tutti uguali e la gestione alle volte è diversa. A meno che un giocatore manca di rispetto in maniera importante o non rispetta certe regole.

Appassionato di Football Americano ? No vero ? Poco male, rimediamo con una frase talmente efficace nella sua semplicità che solo Vince Lombardi, uno dei più stimati Coach d’oltre Oceano, poteva esternarla : “Il dizionario è l’unico posto dove SUCCESSO viene prima di SUDORE.” Il lavoro prima di tutto , ergo : Quanto sudore c’è in ogni punto conquistato ? In ogni situazione deficitaria si pone davanti?
Senza sudore e sacrificio non si ottiene nulla ,quindi  ad ogni vittoria o anche sconfitta perché fa parte del gioco ci sono sudore e sacrificio.

Hemingway! No no non è il bellissimo negozio di abbigliamento a Piazza Dalmazia a Terni. Stiamo parlando di Ernest Hemingway uno dei più grandi scrittori della storia, fu proprio lui che disse “L’uomo non è fatto per la sconfitta. Un uomo può essere distrutto, ma non può essere sconfitto”. Mai frase fu più azzeccata!
Di conseguenza mi viene da chiederti qual è il metodo migliore (sempre se esiste) per smaltire una bruciante sconfitta ? Qual è il tasto giusto da toccare con i calciatori?
Ma dipende da come viene la sconfitta , ogni sconfitta p diversa da un’altra l’unica medicina è la compattezza e il lavoro.

Per la decima e penultima domanda sarò breve. Te la butto là così come mi viene : Un giocatore di ieri e uno di oggi a cui  daresti la fascia di capitano nella squadra che alleni?
Per Il calciatore di ieri la fascia la darei a Francesco Ripa. La fascia per il calciatore di oggi invece ad Elia Mazzoni.

Fra i più importanti e popolari cantautori italiani, nelle sue canzoni si incontrano musicalmente sonorità varie, dal rock alla canzone d’autore, con a volte riferimenti anche alla musica popolare, mentre nelle liriche c’è un ampio uso della sinestesia e della metafora, spesso di non immediata interpretazione, con passaggi di ispirazione intimista, letterario-poetica ed etico-politica in cui trovano spazio riferimenti all’attualità e alla storia. A chi mi riferisco ? Ovvio … a Francesco De Gregori ! Colui che scrisse la seguente strofa della canzone “La leva calcistica della classe ’68” :
“… Ma Nino non aver paura

Di sbagliare un calcio di rigore
Non è mica da questi particolari
Che si giudica un giocatore
Un giocatore lo vedi dal coraggio
Dall’altruismo e dalla fantasia”. Mister il nostro Penalty si segna e basta! Ed e pure così magico da far sognare ad occhi aperti. Il nostro Penalty l’hai appena segnato, cosa cambieresti del tuo passato ? Sempre se cambieresti qualcosa. Oppure ti augureresti un qualcosa di particolare?
Segnando questo Penalty mi auguro di allenare il più possibile e speriamo di mettermi in gioco in categorie superiori.

 

Mister grazie della piacevole chiacchiera ed in bocca al lupo per la stagione in essere e per il futuro.

Amici, lettori … vi salutò cordialmente e arrivederci al prossimo ospite. Ciao Calciofili!











Commenti