VALLE UMBRA (di Gabriele Mela) – Romano, ha fatto divertire i tifosi del Foligno poi anche quelli dello Spoleto. Grande tecnica, velocissimo, ma soprattutto più di una rete da cineteca.
Settore giovanile del Perugia, Foligno, Spoleto, Flaminia Civita Castellana, Adriese, Avezzano, Nuova Floridia, e Tivoli. Sono le squadre in cui ha militato e sta militando Alessandro “El Pócho” De Costanzo, esterno offensivo dall’inconfondibile mancino che ben si distingueva durante le sintesi delle trasmissioni Tv regionali, oggi calciatore del Trastevere in Serie D. La sua storia di vita inizia a Roma l’8 luglio del 1995, nella eterna città che ha dato i natali al suo idolo di cui è primo tifoso, Francesco “Er Pupone” Totti. Il piccolo Alessandro cresce nei vicoli e sui sampietrini del centro romano. Un luogo dove la dimensione umana era vissuta visceralmente e i legami costituivano un porto sicuro in cui rifugiarsi. De Costanzo ci racconterà quella fase primordiale che ha preceduto il suo distacco dalla famiglia, quando da giovanissimo ha dovuto preparare la valigia di cartone per trasferirsi in una città universitaria come Perugia.
Amici siete pronti? Curiosi di sapere cosa ci ha risposto ? Eccovi accontentati…
Ciao “Pócho” e grazie per aver accettato di partecipare a questa intervista. Partiamo con la classica domanda di rito: com’è nata la tua passione per il calcio?
La mia passione per il calcio come tanti nasce sin da bambino, grazie alla mia famiglia, a mio padre mia madre e in particolar modo grazie a mio zio e mia sorella…romanisti sfegatati tutti, mi hanno messo subito il pallone tra i piedi e crescendo questa mia passione è aumentata a dismisura. A casa con mia sorella giocavano a calcio anche coi pupazzi che ci regalavano, dato che mia madre, a causa delle cose che rompevamo , ci sequestrava tutti i palloni (ride)
Sono passati più di 20 anni dall’uscita del cartone animato Disney “Il Re Leone”, ma la sua colonna sonora “Hakuna Matata” è ancora popolare e regala emozioni positive. I motivi dei nostri film d’animazione Disney preferiti sono stati canticchiati da molti. Tuttavia, vi siete mai chiesti: “Hakuna Matata” – cosa significa in kiswahili (swahili), la lingua ufficiale del soleggiato continente.?
Questa intricata espressione proveniva dal continente più caldo del nostro pianeta: l’Africa.
Allora, la particella “ha” esprime una negazione categorica di “non”, “ku” è tradotto come “luogo”, “na” significa “stare con qualcosa” e “matata” – “problemi”. Letteralmente, “Ha-Ku-Na-Matata” è tradotto in russo come “nessun posto con problemi in cui trovarsi” o semplicemente “vita senza preoccupazioni”. Tornando dalla madre Africa caro Alessandro, nel tuo profilino whatsapp campeggia dal 2015 la frase Hakuna Matata. É il tuo mantra ? Magari è la frase con cui approcci in maniera positiva il/nel mondo calcistico (e non)?
Ahahaha è vero Gabriele, diciamo che questo tatuaggio “nasconde” un pochino quello che effettivamente è il mio carattere, ti spiego meglio…come hai detto tu Hakuna Matata vuol dire senza pensieri e ecco io sono una persona che generalmente di pensieri, se ne fa molti ahahahah poi dipende anche dallo stato d animo ovvio, a volte sono molto più positivo, altre volte invece un pochino meno, però diciamo che cerco sempre di far prevalere la positività ( ovviamente in senso di approccio alla vita, meglio sempre specificarlo che in questo periodo non è scontato). Comunque il tatuaggio me lo sono fatto anche per il gol “Il re leone”, da sempre uno dei miei cartoni preferiti, tatuaggio peraltro fatto a Foligno insieme al mio amico Gigi Ciampa che abbraccio forte.
Nella nona puntata di questo format, abbiamo intervista Daniele Fornetti ex calciatore del Foligno e di mezza Umbria. Essendo lui professore laureato in lingue, gli abbiamo domandato se, secondo lui, lo studio era importante nel calcio. Di conseguenza mi viene da domandarti, prendendo spunto dalla precedente intervista, tu studi l’avversario domenicale? Cioè durante la settimana ti prepari, oltre che fisicamente, anche con dei video o informazioni su gli avversari?
Ti dico onestamente, poche volte mi è capitato di andare a vedere da solo dei video di squadre avversarie, anche perché spessissimo ormai si usa farlo tutto insieme il sabato mattina o ilVenerdì, con la squadra.
“Ruba ai ricchi per dare ai poveri”… chi lo disse ? … bravo ! Robin Hood.
Facendo mente locale mi viene in mente l’attore
Russel Crow … che nel 2010 recitò nel film in uscita al cinema “Robin Hood”. Rammenti ? In una delle scene iniziali l’attore sopra menzionato, di ritorno in nave nella madre patria, toglie del fil di ferro aggrovigliato al manico della spada e vi trova scritto “Ribellarsi e ribellarsi ancora… finchè gli agnelli diverranno leoni.” Hai presente no ? Ecco … quand’é che stavi per “rimanere” Agnello ma alla fine sei diventato Leone? Alessandro… c’è mai stato un momento nella tua carriera dove volevi smettere un episodio/motivo che ti aveva portato a dire basta? Se si…in quell’occasione cosa ti ha fatto reagire?
Eh! Purtroppo sì! C’è stato un momento in cui volevo smettere…paradossalmente era subito dopo un annata in cui ero arrivato quasi a vincere il campionato con l’Adriese, perciò proprio un alto/basso incredibile…l’anno seguente andai ad Avezzano ( sbagliando clamorosamente la scelta ) e li ho avuto un pochino di problemi fisici e in più la società fino a metà ottobre non ci pagava e ovviamente anche in campo stavamo andando male..in quel periodo si ho pensato che volevo mollare tutto. Poi però a dicembre mi sono riavvicinato a casa e questo mi ha aiutato molto. Diciamo che comunque mi ha fatto reagire la tanta passione che nutro in questo sport e la dedizione che ci ho sempre messo nel praticarlo.
Credi nelle analogie ? Il rapporto di somiglianza tra alcuni elementi costitutivi di due fatti od oggetti. Mmmm … forse si dai. Ad esempio ti dice nulla la data 18 Dicembre 1981? Ti do una mano. Uscì al cinema il film “Momenti di Gloria” vincitore di ben 4 Premi Oscar.
Alla vigilia delle Olimpiadi di Parigi del 1924, due giovani inglesi si mettono in luce nelle gare podistiche. Harold Abrahams, figlio di un ebreo lituano e studente a Cambridge, intende rifarsi del malcelato razzismo che lo circonda da sempre. Eric Liddell, figlio di un missionario scozzese ed egli stesso destinato a fare il predicatore, corre per render gloria a Dio, che gli ha dato il dono della velocità.
Ed e qui che nave la nostra analogia. 03/05/2015. Serie D, Ponsacco-Foligno 2-1. Il tuo momento di gloria in maglia folignate! Segni il tuo primo gol fra i grandi (quell’anno il Falco ti prese dalle giovanili del Perugia). Fu in annata molto turbolenta vero ? Con problemi societari annessi… e ricordo pure un grande feeling tra voi calciatori fuori dal campo. Qual è stato il tuo stato sentimentale di quella stagione ? Cosa ti è ti sto dentro nel bene e nel male?
A dir la verità quell’anno per me è stato speciale. Ovviamente i problemi societari maturati negli ultimi tre mesi sono stati una pecca non trascurabile. Però quell anno è stato uno dei più belli della mia vita. Li ho conosciuto delle persone fantastiche, che sento tutt ora ed a Foligno, come comunque a tutta l’Umbria, ci sono molto affezionato. Ricordo i tifosi che mi facevano i cori all’inizio dell’anno, per me era una soddisfazione incredibile anche perché era il mio primo anno da under. Avrei voluto e potuto comunque fare di più, calcisticamente parlando, però mi sono trovato benissimo con il gruppo dentro ma soprattutto fuori dal campo e Foligno rimarrà sempre nel mio cuore, soprattutto per le persone che ho conosciuto.
Segui l’oroscopo? Misá di no vero? No perché nell’oroscopo il numero 52 ha un significato ben preciso.
Se ti identifichi con il numero cinquantadue significa che sei una persona positiva. Il numero 52 cercherà sempre le cose buone dove non ce ne sono, perché non gli piace affogare nella negatività, tanto meno trasmettere quel tipo di cattive vibrazioni a chi gli sta intorno.
D’altra parte, il numero 52 raramente si arrende, caratteristica che li aiuta a non tralasciare i propri progetti, per quanto difficili possano essere; In questo modo, 52 può servire come ispirazione per continuare quei lavori che una volta ci siamo lasciati alle spalle per qualsiasi motivo.
Il fatto che il numero 52 vada bene per proseguire i progetti è dovuto anche al fatto che porta con sé un alto senso di analisi, che permette alle persone legate a questo numero di fare le cose con molto senso e di ottenere risultati efficaci.
Tutta questa spiegazione perché ? Semplice … hai collezionato 52 presenze in maglia spoletina. Anche li hai vissuto difficoltà societarie e ne sei uscito con carattere e tenacia giusto? La retrocessione in Eccellenza 2016/17 e poi i Play off in Eccellenza la stagione seguente, condita da 10 gol, sono lì in bella vista. Raccontaci allora le fasi salienti è più importanti e simpatiche della seconda esperienza spoletina con Mister Paolo Negro in panchina (ed Esposito poi).
A Spoleto il primo anno è stato turbolento a livello calcistico e societario, direi un disastro nei primi mesi in cui avevamo preso un solo stipendio fino a gennaio.
Quando è così, quando ci sono queste situazioni, la retrocessione purtroppo è quasi inevitabile.
Anche li comunque avevo instaurato bei rapporti con gli altri ragazzi, di questo non mi posso mai lamentare.
Il secondo anno in Eccellenza molto meglio, avevamo una squadra forte per la categoria e personalmente è stato un bellissimo campionato, peccato solo di non essere riusciti a vincerlo, complice una flessione nelle ultime partite, causa anche secondo me dell esonero del Mister Paolo Negro con il quale avevo e ho un bellissimo rapporto. Sono stato veramente bene quell anno e poi avevo come capitano un mio amico grandissimo come Claudio Menchinella che era sempre pronto a darmi e a darci una mano. E devo dire che anche li, ho incontrato delle persone stupende veramente, dovrei farne di tutti i nomi però ti dico quelli con cui stavo a casa, Christian Moyano Aliberto Cota e Matteo Capanna, ecco con loro anche a casa, sono stato benissimo eravamo veramente molto uniti.
“Quando smetterò spero di essere ricordato per l’essere stato un bravo ragazzo. Mi piace fare gol, però mi piace anche avere degli amici in squadra.” Citazione di un certo Lionel Messi neo campione del Mondo con l’Albiceleste. Da sempre nel calcio e nello sport nascono belle e dorature amicizie. O meglio credo che sia così. A riguardo caro il nostro Pócho ricordo che sia a Foligno che a Spoleto avevi instaurato molte amicizie. Allora non ti resta che descriverci ed associare con una parola le amicizie più significative nelle 2 esperienze umbre.
Gabri sai benissimo che il mio dizionario non è ampissimo perciò non so descriverti solo con una parola tutto questo, anch e perché sarebbe riduttivo. Io ti dico che le amicizie e le persone che ho conosciuto, sono state le cose più belle che porterò con me. Uno su tutti Claudio Menchinella, per me è come se fosse un fratello maggiore, ogni tanto ci sentiamo e quelle volte in cui lo facciamo, sembra come se non avessimo mai smesso di farlo, gli voglio un bene clamoroso. A Foligno veramente dovrei farti tutti i nomi, ma Matteo Coresi, Pippo Petterini e sono stati veramente speciali perché a noi under, ci hanno accolto proprio nelle loro famiglie, ospitandoci, stando sempre con noi ( e non è scontato perché comunque ci passiamo almeno 10/12 anni, ormai loro sono vecchi) Andrea Montanari, con cui ancora gioco alla play online ahahahah !!! Con Matias Vegnaduzzo Andrea Adamo Alessio Ciurnelli. Per non parlare di Gianmarco Monaco, Gigi Ciampa, Mauro Veneroso. Starei ore a parlare di loro e di come sono stato bene veramente!
Vediamo … hai mai visto il film Sliding Doors, con Gwyneth Paltrow e John Hannah? Racconta la storia di una donna e di come un momento le possa cambiare l’esistenza, in particolare se lei riesca o meno a varcare la porta scorrevole, da cui il titolo del film, della metropolitana di Londra. Ma che cosa significa questa parola? Ha un significato ben preciso.
La traduzione letterale di sliding doors è “porta scorrevole”. Ovviamente il suo significato primario è l’oggetto in sé, ma ce n’è anche un altro, astratto questa volta.
Infatti esprime un concetto: il momento topico di una storia, un elemento assolutamente imprevedibile che può cambiare la vita di una persona. Si parla dell’effetto sliding doors, oppure “cosa sarebbe successo se…”. Quindi Alessandro, hai mai avuto questo effetto “Sliding Doors” ? Calcisticamente parlando ti è mai capitato di dire o pensare “cosa sarebbe successo se…”?
Si mi è capitato un po’ di volte onestamente, soprattutto prima diciamo. Però ti dico la verità, adesso che mi sento più maturo, non ci penso più perché ormai quel che fatto è fatto, senza rimpianti veramente.
Ormai guardo solo avanti, ogni tanto è giusto ripensare al passato per evitare di ricadere in alcuni errori quelli si, ma non ho rimpianti.
Se non mi sbaglio, hai disputato la Serie D in 3 gironi differenti (E-F-G) e l’Eccellenza in regioni differenti (Umbria-Lazio)
Nonostante tu sia ancora molto giovane, a Luglio compirai 28 anni, hai già collezionato molte esperienze interregionali. Hai notato differenze tra i vari campionati in cui sei stato, relativamente a come è vissuto il calcio in Umbria e Lazio?
Ti sei dimenticato che per metà anno ho fatto anche il “C” (ride), si di differenze ne ho notate, sintetizzo dicendoti che secondo me, tra questi, il più bello è l’F…soprattutto l’anno in cui l’ho fatto con il Francavilla. Anche se adesso l’E è migliorato tanto come qualità e quantità di squadre e piazze importanti, come il G, diciamo che negli ultimi due tre anni li hanno livellati parecchio i gironi.
Beh il calcio è vissuto da entrambe le regioni con tanta passione ovviamente. Sia il campionato di D ma anche e soprattutto quello di Eccellenza.
Ricambio generazionale. Un tema che, almeno qui in Umbria, ogni tanto spunta fuori come la Rucola in estate. Che ne pensi a riguardo ? Vedi in giro talenti? Si dovrebbe fare di più? E in che modo?
Sicuramente in giro ci sono tantissimi talenti, anche in serie D ce ne sono parecchi di giovani molto bravi…lo sappiamo tutti che per arrivare nei grandi livelli servono procuratori, o conoscenze importanti, non è una cosa che scopro io. Questo però va a discapito di giovani che magari hanno tanto più talento. Io onestamente fatico ancora a comprendere la regola dell under in serie D e in eccellenza, cioè se un giovane è forte è forte, giocherebbe anche senza la regola…poi è anche vero che ci sono allenatori, a mio avviso senza personalità, che pur di pararsi il di dietro tendono a mettere sempre i più “grandi” piuttosto che rischiare di mettere il Giovane…ci vorrebbe un po’ più di coraggio nel far giocare i giovani in tutte le categorie, senza poi andare a prendere gente da altre nazioni solo per interessi economici.
La prova dei calci di rigore è stata spesso definita “lotteria” per la totale imprevedibilità dell’esito finale. Eppure siamo davvero sicuri che ogni “biglietto” abbia lo stesso valore? Negli ultimi anni, fisici, matematici, economisti e psicologi hanno tentato di rispondere a questa domanda passando al vaglio metodi quantitativi, grandi moli di dati, sofisticati algoritmi e analisi statistiche, ma anche esperimenti sul campo e in laboratorio pur di rispondere alla sfide delle sfide: esiste il rigore perfetto? Chi lo sa ma …
Se siamo mancini, abbiamo un’arma in più. I dati rivelano che chi calcia di sinistro mostra una maggiore probabilità di segnare (+4%) rispetto ai destri: 76% di realizzazioni contro 72%.
Andiamo ora sugli undici metri. Nel posizionare il pallone, sappiate che è preferibile camminare a ritroso guardando il portiere e il punto dove si intende calciare. Una volta presa la rincorsa, bisogna decidere dove mirare. Alessandro … siamo distanti 11 metri dalla linea di porta, larga 7.32 metri e alta 2.44. Le statistiche dicono che abbiamo una possibilità su quattro di fallire, con il margine di errore che scende al 10% se il portiere non indovina la direzione. Non tu Alessandro ! Devi prendere una rincorsa di 5-6 passi, formando un arco di 20°-30°, mirare uno dei due angoli in alto della porta – precisamente a 50 cm dall’incrocio dei pali – e scagliare la palla con una velocità di circa 100 km/h. Ecco come “calcolare” un penalty imparabile, la cui efficacia è stata confermata recentemente da un fisico del calibro di Stephen Hawking.
Hai appreso tutte queste info e statistiche, stai per calciare ! Gooolazooooooo ! Non ti resta che desiderare qualcosa di calcistico e non ? O credi sia meglio riscrivere un amaro passato con questo Penalty?
Vediamo, di sicuro riscriverei un opportunità di far gol col Perugia in Coppa Italia di Serie C. Fu un occasione con un colpo di testa che il portiere paró molto bene. Sarebbe stata un emozione fantastica segnare ed esultare al “Curi” al debutto in prima squadra. Invece desidererei che in questo mondo calcistico ci sia un po’ più di meritocrazia e che tutto il sistema calcistico italiana torni presto ai livelli che merita. Come la Serie A di una decina di anni fa.
Pócho. Pardon … Alessandro, grazie per aver passato del tempo con noi,ti auguriamo e ti auguro (visto la datata amicizia che ci riguarda) un proseguo di stagione e di carriera alquanto soddisfacente.
Gabriele ti ringrazio molto per l’intervista, e colgo l’occasione per salutare tutti gli amici folignati e spoletini.
Amici lettori vi rinnovo/iamo l’invito per seguire la puntata numero 15 di mercoledì prossimo. Ciao Calciofili !