NORCIA (Renzo Berti) – All’ultimo ostacolo, il grande cuore di Furio Petrangeli, che è stato il primo a portare il trial in Umbria, tra le valli che guardano i Monti Sibillini, non ce l’ha fatta. Quella maledetta “bestia” chiamata Covid gli ha impedito di tagliare il traguardo delle 84 primavere, che sarebbe arrivato a maggio. Ultimo “accademico” dell’arte norcina, di cui la figlia Anna ed il genero Silvio hanno portato avanti i segreti costruendo dal nulla una affermata azienda del settore, ed artista nell’arte dell’intarsio del legno, Furio Petrangeli è stato lo scopritore e primo manager del nipote Pietro, ex campione italiano di trial nella classe TR2 ed entrato nella elite della squadra azzurra a soli 16 anni, dopo il terzo posto ai campionati europei, nonché vincitore a 17 di una prova del Mondiale, in Giappone.

Difficile dimenticare l’emozione di nonno Furio quando Pietro Petrangeli, attualmente tesserato con il Moto Club Spoleto, vinse il titolo italiano conquistando un terzo posto a Torre Bel Vicino (Vicenza) nell’ottobre del 2017. L’amore di questo ragazzo per le moto da trial glielo aveva trasmesso proprio nonno Furio sin da quando aveva dieci anni.  Raccontano che da piccolo non ne voleva proprio sentire di stare a giocare con la sorella Martina, perché quando sentiva il rumore delle moto da trial correva nel cortile di casa a guardare i suoi cugini più grandi ed un po’ spericolati, che si reggevano in equilibrio sui pedali. A forza di osservarli, a cinque anni Pietro Petrangeli aveva chiesto a nonno Furio di comperargli una mini moto da trial per fare un po’di prove sulla pedana. E quest’ultimo, a dire il vero, non aspettava altro: il trial, sull’altopiano di Savelli di Norcia lo aveva portato lui. Così come è stato lui a lanciare nel trial tanti ragazzi spoletini, i quali andavano a Savelli ad allenarsi nel campo scuola che aveva attrezzato.

Come pure fu lui il fondatore e presidente del primo club di questo sport, nato e cresciuto nel Regno Unito.

Così, con gli amorevoli consigli che solo i nonni sanno dare, Furio Petrangeli era riuscito a fare del nipote Pietro un autentico talento di questa specialità poco conosciuta ma altamente spettacolare. Il calcio era la sua altra grande passione. Amico personale di Franco Fedeli, patron della Sambenedettese, Furio Petrangeli era un grande tifoso laziale. E quando la squadra biancazzurra saliva in ritiro a Norcia, la merenda a Savelli con tutto lo staff era un appuntamento immancabile. Di lui, non si potrà dimenticare il volto sempre sorridente e la grande generosità di animo. Oggi (martedì), al cimitero di Savelli, l’ultimo saluto. Il mondo del trial, e non solo, da ieri è un po’ più solo. Il vostro cronista e la redazione di valleumbrasport si uniscono al cordoglio della famiglia Petrangeli.











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