ROMA – Non possono essere le ginnaste della squadra nazionale a pagare le conseguenze dell’incredibile caso “ginnastica ritmica”, scoppiato a novembre a causa delle dichiarazioni (tutte da verificare) di alcune ex ginnaste. Se fino a due mesi fa le “Farfalle” erano un esempio per tutto lo sport italiano e si erano conquistato questo ruolo a suon di vittorie, ora anche a causa della risonanza mediatica su fatti da accertare, sulle ginnaste azzurre aleggiano sospetti ed incertezza.
Una situazione difficile per chi fa sport ad alto livello e si allena per partecipare ad importanti competizioni internazionali agli ordini di uno staff tecnico che viene messo in discussione e rischia addirittura quello che in altri sport si chiama “Esonero”. Esonero per mancanza di risultati? No, perché come noto la nazionale ha ottenuto risultati incredibili e questi risultati non si ottengono senza la massima fiducia da parte delle ginnaste.
Sulla ginnastica ritmica negli ultimi mesi è stato detto di tutto, ma le ginnaste della nazionale non hanno mai replicato e tuttora rimangono in assoluto silenzio.
La capitana Alessia Maurelli sulla sua pagina facebook scrive: L’era delle “Farfalle” Nata giornalisticamente ad Agosto del 2004, Muore dopo 18 anni sempre giornalisticamente a Novembre 2022.
La rottura è dolorosa ed irreversibile, dato soprattutto il peso insostenibile di un collegamento diretto e ormai mediaticamente inevitabile a violenze e abusi che non rispecchia il nostro stesso ideale di libertà.
L’attuale e futura Squadra Nazionale Italiana di Ginnastica Ritmica non si riconoscerà mai più con il soprannome Farfalle.
Parole forti supportate da quelle dei genitori delle ginnaste che alla vigilia del consiglio federale hanno scritto una lettera aperta al presidente del CONI Giovanni Malagò al Presidente della FGI Tecchi e alla DT Emanuela Maccarani. A riportare alcuni stralci della lettera, sottoscritta naturalmente anche dalla mamma (foto) ed il papà della ginnasta spoletina Agnese Duranti, è la Gazzetta dello Sport di oggi che dedica un ampio servizio alla vicenda delle Farfalle.
“Questa lettera vuole essere una richiesta di aiuto e di intervento nei confronti delle Farfalle e di tutta la nazionale. La situazione è insostenibile, non possiamo più permetterci di sentire il nome “Farfalle” associato a maltrattamenti e vessazioni e di vedere i volti delle nostre figlie macchiati in questo modo ovunque (….).
Tutti gli sportivi ad “alto livello” sacrificano molto della loro vita, ma loro giovanissime lasciano casa e famiglia per dedicarsi sei giorni a settimana, 320 giorno all’anno, a questa loro grande passioni (…).
Lo staff tecnico, nessuno escluso, con competenza ed abnegazione, le affianca ogni giorno, occupandosi non solo della loro crescita tecnica, ma anche di quella personale, rendendo questa loro esperienza una vera scuola di vita, cioè esattamente quello che deve essere innanzitutto lo sport (…).
Vedere gettati al vento tutti i risultati ottenuti con anni di duro lavoro e sacrifici, distrugge il loro spirito e non permette l’oro di concentrarsi su quello che dovrebbe essere il principale pensiero: Parigi 2024 (…).
Ulteriore disagio subito da alcune è stato il sequestro del cellulare che al giorno d’oggi è il mezzo che contiene la loro vita, la loro privacy, dal momento che anche i rapporti più importanti (con i propri cari) devono per forza essere gestiti a distanza (…).
Non si chiede di interferire con le indagini della procura di Monza, che come è giusto che sia seguiranno il loro corso, ma di prendere una posizione chiara e precisa da parte di FGI e CONI, a tutela della nazionale e delle nostre figlie (…).
Un altro punto fondamentale è la necessità di differenziare le innumerevoli denunce che non hanno nulla a che vedere con l’accademia, Emanuela Maccarani, Olga Tishina e le loro Farfalle, ma riguardano magari faccende accadute a livello societario in ambito locale (…).
Noi siamo pronti a difendere e testimoniare che all’accademia non avviene nulla di tutto ciò che è stato denunciato che eventualmente è avvenuto in alcune società e che le nostre figlie non subiscono vessazioni, ne abusi psicologici o fisici (…).
L’eventuale esonero di Emanuela destabilizzerebbe in modo catastrofico la nazionale. Le ragazze sono molto legate ad Emanuela, non solo come allenatrice, ma anche dal punto di vista umano. E così egregio Presidente Tecchi, le chiediamo di mantenere Emanuela Maccarani nei suoi ruoli”.