MILANO (di Gabriele Grimaldi) – Il sogno Olimpiadi di Tokyo rinviato al 2021, nella fase clou della preparazione, causa del Coronavirus. Sicuramente il dolore più grande da sopportare per un atleta come il campione folignate della scherma Andrea Santarelli (foto), che aspettava quel momento da tantissimo tempo. Ma le cose, purtroppo, non stanno andando nel verso giusto nemmeno in questo periodo. Nessuna competizione, nessuna gara, un supplizio che non sembra avere finire. Quanto durerà? Nessuno può saperlo, ma intanto lui sogna, si allena e si prepara. Perchè il sogno di una medaglia a Tokyo 2021 è troppo forte. Così come il desiderio di confermare di essere lo spadista numero 1 al mondo.
Andrea Santarelli si è raccontato in una videointervista a Fencing2U, trasmissione di Sport2U: “Per adesso sto bene, continuiamo ad allenarci. Il calendario delle gare è previsto da gennaio in avanti, non abbiamo altre news. C’è questa ipotesi della gara di Berna che potrebbe essere ad inviti e solo per le squadre, però mi sembra abbastanza improbabile. Navighiamo a vista come tutti”.
Lo spadista folignate sente la mancanza della competizione in pedana: “Quasi me la sono dimenticata… mi manca tanto, perchè per un’atleta è quasi aria. In un primo momento sono stato quasi contento di riuscire a respirare un po’ perchè mi sono detto: “cavolo, effettivamente le gare erano incalzanti…”, per cui un po’ di stop era quasi piacevole, ma ora c’è troppo bisogno di una gara. Per quanto uno può essere più o meno in forma in allenamento, il test reale è la gara“.
Le difficoltà quotidiane, anche nell’allenamento, non mancano: “E’ molto complesso, ognuno trova i propri escamotage per allenarsi. Io mi alleno per me stesso, per sopperire a delle mie carenze, per riuscire a sistemare alcuni piccoli problemi. Con i preparatori, ad esempio, sto migliorando delle fasce muscolari del ginocchio. In generale sto cercando di migliorare l’atleta Andrea a tutto tondo e non solo l’Andrea schermidore. Poi quando avremo le date delle gare, sarà diverso“.
Santarelli spera di poter gareggiare sia in squadra che nella gara individuale in vista delle Olimpiadi di Tokyo: “Se si tratta di scegliere, io farei sarei l’individuale che la squadra. Sono sensazioni diverse, sono gare diverse e approcci mentali completamente diversi tra loro. In quelle a squadra si deve giocare per la squadra, ci si deve fermare in momenti specifici, si deve spingere più sull’acceleratore in altri per cercare di colmare un po’ il gap. L’assalto individuale è totalmente diverso, è a sè stante, mi posso giostrare meglio. Io farei entrambi. Come ha detto una tennista del Roland Garros: “Io non faccio mai una competizione prima dello Slam, ma questa volta l’ho fatta perchè era necessaria”. E’ una questione di mancanza di competizione“.
Santarelli ricorda il momento in cui ha scoperto di essere il miglior spadista al mondo: “Sono stato numero uno a cavallo tra il 2019 e il 2020, praticamente durante le feste di Natale e Capodanno che mi sono goduto da numero uno… Per me è un traguardo e sono onesto nel dire che è una soddisfazione, perchè vuol dire che sono stato forte non sono in alcune gare, ma il più forte nell’ultimo anno. Per me , che ero molto altanelante e discordante nei miei risultati, una trottola pazza, ritrovarmi lì in cima è un traguardo“.
Questo traguardo è arrivato dopo un quadriennio fatto di grande lavoro e cambiamenti importanti: “Sono cambiate tante cose: l’allenatore, la città in cui vivo, il fatto di passare dal vivere coi miei al vivere da solo in una città completamente nuova, la psicologa. E’ cambiato tutto nella mia vita. C’è stata un’evoluzione umana prima che sportiva e che poi si è trascinato l’Andrea schermidore. Tecnicamente forse sono stato sempre su quel livello. Una volta arrivato a 25 anni è vero che ci si può affinare o cambiare alcune cose, ma l’atleta ormai è formato. Poi Candiani mi ha dato un indirizzo per saper utilizzare al meglio tutto quello che so fare e questo è stato fondamentale nel mio passaggio. Ma anche il crescere personalmente mi ha dato la possibilità di affrontare le gare col giusto mood, cioè da atleta forte che si approccia in un determinato modo“.
Lo spadista folignate ha parlato anche dei nuovi arrivi nella squadra della Nazionale: “Certamente gli inserimenti sono difficili, ma penso che in questa situazione è tutto molto complicato. Il team, che è lo stesso di partenza Rio con Enrico (Garozzo), Marco (Fichera) e me, da quando Paolo (Pizzo) si è ritirato, ha raggiunto una qualifica insieme a Davide (Di Veroli), Cimo (Gabriele Cimini) e chiaramente una notizia del genere – che da Paolo ci possiamo aspettare – è complessa, visto che non ci sono gare. Non sta nemmeno a me decidere. Ognuno va avanti nella sua strada, poi si vedrà. A me fa piacere avere Paolo come compagno di allenamento con cui posso ridere e scherzare, questo è indubbio. I ragazzi giovani si sono inseriti bene. Il nostro è un ambiente sereno e anche io l’ho sempre vissuto benissimo. Davide chiude bene, Cimo tira molte stoccate. Ognuno, nel proprio ruolo, si è trovato bene e senza grandi problemi“.
L’obiettivo della Nazionale per le Olimpiadi di Tokyo è chiaro: “Le aspettative sono alte in squadra. Nel momento in cui le posizione ranking sono così elevati su entrambi i fronti, tornare a casa con una medaglia è auspicabile. Questa è la base di partenza, poi si vedrà quello che succede”
Andrea Santarelli rivela il suo sogno nel cassetto: “Alla scaramanzia non ci crediamo più… Non dico che si va per vincere, ma per dare il massimo. L’obiettivo è prendersi una medaglia. Cercare di vincere la gara è la migliore delle ambizioni e il sogno di ogni atleta. Secondo me si va sempre per dare il massimo, senza tanti giri di parole. Qualcuno che non vorrei incrociare nel cammino olimpico? No…ci sono atleti con cui ci si trova meglio o peggio. Ci sono incastri peggiori, ma secondo me quando si va a Tokyo con la sensazione e la volontà di raggiungere il gradino più alto, può capitare chiunque. Ci sono atleti con cui mi trovo peggio, come Minobe, ma se voglio vincere la gara devo batterlo…”.