TORINO – “Con mio fratello ho un rapporto speciale, questa sfida non l’abbiamo mai vissuta come tale in quanto non la vediamo in questo modo, io ho sempre cercato di essere una fonte di ispirazione per lui e di dargli più consigli possibile perché comunque avere sette anni di differenza è un divario importante per poter dare dei consigli al proprio fratello che si appresta a provare a seguire la mia strada”.
Sono le parole del playmaker della Reale Mutua Torino Alessandro Cappelletti (nella video intervista sulla pagina facebook della società) a proposito del fratello minore Carlo Cappelletti, giovanissimo playmaker della JB Monferrato. Ebbene, dopo tanta attesa, è arrivato il momento del “derby piemontese dei Cappelletti”. Domani a Torino si recupera l’11^ giornata del girone Verde del campionato di A2. Il presente sfida il futuro:
Alessandro Cappelletti 26 anni è uno dei punti di forza del quintetto torinese e sta vivendo forse il momento migliore della sua carriera. Premiato dalla Lega Nazionale Pallacanestro come MVP Lanieri del mese di febbraio a marzo ha ripreso ancora più forte e nelle ultime due partite è risultato decisivo. 196 punti in 18 partite, 470 minuti giocati per una media di 10,9 punti.
Diversa invece la situazione per Carlo Cappelletti 19 anni, che sta accumulando esperienza e per la partita di domani dovrà sudarsi il posto in panchina. Dopo l’esordio in A2 nella passata stagione, il giovane play spoletino quest’anno ha realizzato i primi punti. 3 per la precisione in 7 gare giocate, per un totale di 17 minuti ed una media punto dello 0,43.
La strada per il giovane Carlo è ancora lunga, ma la fonte di ispirazione è quella giusta e quella di domani potrebbe essere una importante “lezione”. Orgoglio spoletino ed in particolare orgoglio Giromondo, che ha avuto l’onore di crescere i due cestitsti anche grazie all’impegno di papà Adolfo.
“Non dobbiamo scordarci – conclude ancora Alessandro – che se oggi possiamo divertirci facendo quello che amiamo di più è grazie a nostro padre. È stato lui che ci ha messo la palla tra le mani e ci ha permesso di vivere il palazzetto come una casa, dove imparare dei valori importanti e dove imparare a giocare a basket che è quello che ci diverte di più”.