FOLIGNO (R.M.) – L’euforia e l’adrenalina non sono scomparse, anzi. L’Atletico Foligno ha fatto la storia sia propria che della città di Foligno, andandosi a prendere la Serie A di futsal femminile. Una massima serie mai raggiunta da nessuna formazione folignate e quindi un risultato storico e degno di attenta considerazione. La compagine della presidente Maria Serena Piorico ha compiuto un’impresa meravigliosa, che sembrava impensabile all’inizio ma che è diventata realtà giorno dopo giorno, fino alla vittoria con il Pero di ieri. Proprio con la numero uno dell’Atletico (ancora senza voce per la grande esultanza…) andiamo a commentare questa impresa storica.

Presidente, ma che avete combinato?
«Eh già – ride -: abbiamo fatto qualcosa che non ci saremmo mai aspettate a inizio stagione. Devo dire però che c’erano belle sensazioni. Nelle ultime gare abbiamo acquistato sicurezza. Le ragazze si sentivano bene. Forse il Pero era favorito, ma la squadra ha messo una tenacia e una volontà interminabile per raggiungere questo successo. Quella di Salsomaggiore è un’esperienza che ci rimarrà nel cuore per sempre: dopo la Final Four di Coppa questa è stata molto diversa, per fortuna anche nell’esito. Le ragazze sono state fredde e lucide fino all’ultimo rigore. La sfida è stata una vera altalena di emozioni: in tribuna davvero non ce la facevamo più, il cuore ci esplodeva».

Dopo Napoli ha pensato che fosse finita?
«Sinceramente è stato uno scossone molto grande. Ancora oggi non so cosa sia successo e non so dare e darmi una risposta su cosa sia scattato nell’intervallo nella mente delle ragazze (da un vantaggio di 4-0, la sfida fu persa 7-4, ndr). Tuttavia il mister è stato bravo a ridare fiducia alla squadra, che ha capito che niente era perso. Certo, sarebbe stata una strada più lunga e dispendiosa. Però forse è stato anche più bello così…».

Già, mister Marco Bettelli. Un valore aggiunto che ha messo molto del suo su questa promozione:
«Ha cambiato molto la modalità di gioco a cui eravamo abituate in passato. È stato bravissimo a farle crescere e ad abituarle a dei nuovi modi di lavorare in breve tempo. Con Ilaria Santoni hanno avuto un’ottima sinergia. Le ragazze si sono adeguate, ma anche lui ha capito quello che potevano offrire. Di sicuro è stato eccellente nel sapersi calare nella mentalità del femminile dopo una vita tra gli uomini».

Qual è stato il segreto?
«In questi anni abbiamo cercato di costruire uno spogliatoio e un ambiente; più che puntare a una squadra di campionesse plurivittoriose abbiamo preservato la nostra famiglia. Le nostre scelte non sono state fatte a caso, non ci lega il sangue ma questo splendido sport e tanti altri fattori. Abbiamo sempre cercato persone che facessero unione con dirigenza, staff e squadra, in modo che ci fosse sintonia tra tutti. Il lavoro fatto è stato tanto e solido, a livello tecnico ma anche, e soprattutto, umano. Una dedica? La faccio un po’ a tutti: ce lo siamo meritato, perché ognuno di noi ha messo del suo in questa vittoria».

In più ecco la “chicca” della convocazione di Narcisi in Nazionale:
«Dico: era ora. Se lo merita, è di un’umiltà unica. È una campionessa vera e secondo me tra le italiane è tra le più forti in questo momento. In finale non era nemmeno al meglio… ha dato l’anima come sempre. Per la squadra correrebbe anche con una gamba sola. Un capitano vero».

Chiaro che è presto, visto che i festeggiamenti sono ancora in atto, ma bisognerà iniziare a lavorare per la A…
«Ci siamo messi subito all’opera. I festeggiamenti sono in corsa ma la macchina non si può fermare. Dobbiamo fare almeno un campionato dignitoso, ma non faremo mail il passo più lungo. Dopo 10 anni di attività vogliamo farci trovare pronte sempre con lo spirito che ci ha sempre contraddistinto».











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